Ha usato parole pesanti come “agghiaccianti”, “sgomento” Don Giovanni Stracquadanio che ha celebrato ieri pomeriggio i funerali di Emanuele Moncada, l’uomo di 73 anni, ucciso sabato scorso a colpi di spranga dal figlio Corrado davanti porta di casa, in Via Egitto. “In tutti in noi – ha esordito il sacerdote – c’è un profondo sgomento per l’agghiacciante consapevolezza che a provocare la morte di Neli Moncada sia stata la mano del suo stesso figlio”. Parole che all’interno del Duomo di San Giorgio hanno tuonato forti. Un funerale discreto durante il quale il sacerdote ha rimarcato la solidarietà sua e della comunità a tutta alla famiglia, “colpita dalla doppia tragedia della morte del fratello Emanuele e delle conseguenze che segneranno in maniera indelebile la vita del figlio Corrado”. “Quando accadono fatti del genere, dei quali non vorremmo mai essere testimoni – ha proseguito Padre Stracquadanio – ci affrettiamo e mettere le dovute distanze tra noi e la tragedia. Eppure non siamo affatto dissimili l’uno dall’altro, il bene e il male ci lega in maniera indissolubile. Il seme dell’odio è insito in ognuno di noi, nessuno ne è immune. Basti pensare – ha proseguito il prete – ai litigi quotidiani tra marito e moglie, tra colleghi di lavoro, tra compagni di gioco. Le volgarità e il linguaggio sboccato che fanno ormai parte del nostro vivere quotidiano – ha aggiunto don Stracquadanio – sono emblematici della nostra condizione, del nostro modo d’essere. Questa tragedia altro non è se non la manifestazione concreta della miseria dell’uomo peccatore, esaltata ai massimi livelli. La felicità non si trova nel denaro”. In questo senso è stato chiaro il riferimento ai motivi che hanno spinto il quarantasettenne ad inveire mortalmente contro il padre, “invaghito” dal gioco del “Gratta & Vinci” e di una donna ispicese.
MODICA. Celebrati nel pomeriggio i funerali del modicano Neli Moncada, il 73enne ucciso dal figlio Corrado. Parole forti del celebrante
- Agosto 27, 2009
- 7:21 pm
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