CONSIGLIO COMUNALE DI SCICLI. IL GRUPPO PD: “LA MAGGIORANZA PRENDE IL GETTONE DI PRESENZA E ABBANDONA L’AULA”

IL Pd attacca la maggioranza: Prendo la presenza e scappo Scicli – Nella seduta del 27 agosto, col pretesto della concomitanza con l’inaugurazione del Monumento all’eroe della Guardia di Finanza a Donnalucata, a pochi minuti dall’inizio, la maggioranza ha abbandonato l’aula e ha fatto decadere il consiglio comunale. Il gruppo consiliare del Pd respinge fermamente tali atteggiamenti e sbotta nei confronti di coloro che sostengono il sindaco, Giovanni Venticinque. "Senza nemmeno il pudore di fare una richiesta motivata di rinvio di 1 giorno – dice il Pd – sicuramente accettata da tutti, che avrebbe consentito ai consiglieri “maggiorenti” assenti di presenziare alla manifestazione e soddisfare le aspettative di visibilità ed al consiglio di fare il proprio dovere istituzionale. E’ così che è stata impedito il confronto sui punti all’o.d.g., tra i quali una mozione di indirizzo volta ad avviare un dibattito al Consiglio Comunale per porre rimedio allo smantellamento del servizi integrativi alla scuola dell’obbligo ( alias “doposcuola”) avviato dall’amministrazione sfociato in liti contrattuali con danno economico per l’Ente e peggioramento dei servizi scolastici. Ma anche di un provvedimento in materia urbanistica, che rimbalza da una seduta all’altra senza approdare a niente, proprio come l’avvio della procedura di riesame del PRG da tanto tempo annunciata. Dalle file della maggioranza – scrive ancora il Gruppo consiliari piddino – ancora una volta un ostacolo all’azione amministrativa e un vuoto di idee e di iniziativa, che spiega la richiesta di verifica rivolta dal Sindaco ai partiti che lo sostengono. Ne prendano atto le rispettive segreterie politiche e l’Amministrazione che hanno il dovere di dare risposte concrete ai problemi impellenti che investono i cittadini e alle aspettative di sviluppo della città. Basta con l’improvvisazione, o i deliranti provvedimenti dell’ultima ora, talora originati da spinte e sollecitazioni esterne difficilmente leggibili dall’ottica del pubblico interesse, se non della legittimità. Oppure si abbia il coraggio di rimettere il mandato e ridare la parola all’elettorato".