Ragusa. Rumena vittima prima del marito, poi della suocera

Non sono bastate le botte e le minacce, per diverso tempo, da parte del compagno. Adesso anche la suocera l’ha percossa e minacciata in pieno centro cittadino, dove lei, per campare e per dar da mangiare al figlioletto di pochi anni, chiede l’elemosina. Scene da faida familiare in via Roma, lunedì mattina. Intorno alle dieci e mezzo le urla di due donne hanno attirato l’attenzione dei passanti, anche se in un primo momento quasi nessuno pare sia intervenuto. Una donna di mezza età si è scagliata contro l’ex compagna del figlio, una rumena di 30 anni. Insieme a lei c’era il bambino, in sella alla sua bicicletta con le rotelle. La donna si è poi allontanata, mentre la vittima, in stato di shock, è rimasta ad attendere la Volante della Polizia. Proprio nel giorno della festa del Patrono era stato arrestato il compagno, Nicolae Mustafa, 33 anni, rumeno. In più di un’occasione è emerso che l’uomo picchiava la donna. Lo avrebbe fatto anche nel giorno della festa quando, malgrado fosse ai domiciliari, si è allontanato di casa ed è tornato a terrorizzare la trentenne. L’ha trovata mentre chiedeva l’elemosina proprio davanti alla Cattedrale e con violenza cieca e inaudita, dimostrata, come detto, anche in altri episodi di cui la donna è vittima ormai da tempo, l’ha strattonata e picchiata. Lunedì mattina, proprio mentre era in corso di svolgimento il processo per direttissima, sono stati i parenti del giovane rumeno a rincarare la dose contro la malcapitata. La donna ha anche denunciato il furto di documenti da casa sua. La Polizia ha denunciato la suocera per minacce gravi e percosse. Ma la storia non è finita lì. Quando, intorno a mezzogiorno, la poveretta è tornata in casa sua, a due passi da via Roma, per preparare da mangiare al bambino, ha visto il cognato davanti alla sua porta, una vecchia porta a vetri. L’uomo ha mandato in frantumi i vetri e poi è fuggito. A testimonianza della dichiarazione della trentenne, le macchie di sangue davanti all’ingresso. La madre ha detto alla Polizia che non poteva trattarsi del figlio, perché questi era partito il giorno prima per la Calabria. Gli agenti non hanno creduto alla tesi ed hanno denunciato l’uomo per danneggiamento. Da lunedì la donna, insieme al bambino, grazie all’interessamento della Polizia che ha seguito la vicenda con grande attenzione, è ospite in una struttura della Caritas. Il suo ex compagno violento, però, è ai domiciliari, potenzialmente "libero" di tornare a colpire.

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