VERTENZA COLACEM DI MODICA-POZZALLO. CGIL, CISL E UIL CHIEDONO INCONTRO COL GOVERNO SICILIANO

Un incontro urgente con il Governo Regionale e con l’assessore all’Industria per evitare ulteriori gravi ripercussioni di ordine sociale nel territorio. Cgil, Cisl e Uil si rivolgono alla deputazione regionale iblea, al presidente della Provincia ed ai sindaci dei Comuni di Modica e Pozzallo affinchè si attivino in tal senso. Lo scorso 3 agosto presso la Provincia Regionale di Ragusa era stata illustrata la problematica che riguarda i livelli occupazionali e il futuro delle cementerie facenti capo al Gruppo Colacem, problematiche tutte sintetizzate in un documento che fu consegnato dalle stesse organizzazioni sindacali, da dove oltre al disagio venutasi a creare sono state formulate alcune proposte di intervento da sottoporre al Governo Regionale. “La cementeria Colacem di Modica-Pozzallo è ancora ferma – dicono Cgil, Cisl e Uil – con tutte le maestranze, dell’indotto e del diretto, collocate in Cassa Integrazione Guadagni dal mese di agosto. Il prossimo 18 settembre è già in programma un ulteriore incontro con la Società per fare il punto della situazione. Nel ritenere, pertanto, l’urgente necessità di avere un confronto con il Governo Regionale, chiediamo alla Deputazione di attivarsi da subito per ottenere un incontro. Nel sito di Modica-Pozzallo erano previsti investimenti, di cui il gruppo aveva chiesto relative autorizzazioni agli uffici preposti degli Assessorati Regionali e agli Enti Locali, per circa 150 milioni di euro, di cui 50 tramite Accordo di Programma e oltre 100 milioni a carico e già disponibili dell’azienda. Il mancato rilascio delle autorizzazioni, da parte del Comune di Modica e della Sovrintendenza di Ragusa, malgrado più proroghe concesse dal Ministero competente in attesa delle stesse, ha determinato nel 2007 il venir meno della ristrutturazione (nei fatti un nuovo impianto) dello stabilimento di Modica-Pozzallo. L’attuale crisi finanziaria che ha nei fatti mutato i mercati internazionali, ha determinato un forte calo di commesse con conseguenti riflessi anche sulla produzione del cemento in terra iblea.