MODICA, SCUOLA E DOPOSCUOLISTI. PRIME POLEMICHE

Inizia l’anno scolastico e scoppia la polemica sui doposcuolisti. L’antefatto: il Comune ha nel suo organico oltre ottanta dipendenti con qualifica “docenti per attività integrative”. Sessantasei di questi sono impiegati attualmente negli istituti scolastici della città. Gli altri, una “qualche decina”, sono inseriti tra gli uffici di palazzo San Domenico. Prima dell’inizio dell’anno scolastico, l’assessore alla Pubblica Istruzione Antonio Calabrese, ha voluto incontrare i sessantasei docenti distribuiti nelle scuole cittadine. “Questi docenti – spiega l’assessore Calabrese – erano distribuiti in maniera poco equa. Basti pensare che c’erano istituti che potevano contare, per le loro attività integrative, di sedici di questi docenti, a fronte di altri istituti, magari con più studenti che invece potevano contare su un paio o anche addirittura ne facevano a meno. Abbiamo adesso predisposto – continua Calabrese – un piano di distribuzione equa che prevede docenti doposcuolisti e per le attività integrative in tutti gli istituti scolastici della città. Un piano redatto seguendo dei criteri, vale a dire privilegiando la scuola primaria, i circoli didattici ed evitando di cancellare l’esperienza precedente, senza interrompere i percorsi didattici”. Su questo punto si è scatenata la polemica. In tanti infatti si sono detti contrari alla nuova ridistribuzione su tutto il territorio comunale. “Così facendo – dicono – si interrompe un rapporto che dura da anni con gli istituti, con classi ed alunni. Si crea una frattura nell’attività didattica integrativa. Tutto questo comporta anche un ricominciare con nuove impostazioni, nuovi gruppi di lavoro, nuovi programmi, che vanno ancora testati e che possono, indubbiamente, portare con sé varie problematiche. Il tutto quando – accusano ancora i doposcuolisti – in diversi con la nostra stessa qualifica, sono comodamente seduti su di una poltrona nei tanti uffici di palazzo San Domenico e godono, per giunta, dell’indennità di docente! Che si utilizzino questi, anziché mandare all’aria anni di nostro lavoro!”. Monta la polemica e scoppia dunque la “faida” all’interno dei doposcuolisti. Indice puntato su chi è integrato a palazzo San Domenico e, nonostante non eserciti la professione di docente, riceve una indennità. Quest’ultima, che si aggira attorno ai 100 euro, è stata confermata anche da una recente sentenza del Tar di Catania, che ha intimato anche il comune di Modica a pagare degli arretrati che – stando a quanto riferito nel corso dell’incontro tra l’assessore ed i doposcuolisti – sarebbero ammontanti a circa 163mila euro. “Questo personale – replica alle accuse Calabrese – non è un aggravio di spesa. Non si possono rimettere nelle scuole in quanto significherebbe creare dei vulnus negli uffici comunali”.

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