IL CONSIGLIERE PROVINCIALE IGNAZIO NICOSIA SCRIVE AL PARROCO DELLA PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BOSCO IN VITTORIA, PADRE GIANNI CAPPELLO (BRUTALMENTE AGGREDITO DA DUE RAPINATORI

“… con la presente desidero esternarLe la mia più sincera solidarietà per la esecranda aggressione di cui è stato vittima, nella mia qualità di rappresentante politico inserito nel tessuto istituzionale di questo territorio, …, non ho potuto fare a meno di sentire, anche mia, tutta la responsabilità dell’accaduto, ritenendo di non avere fatto abbastanza, o comunque, quanto nel pieno delle possibilità derivanti dalla mia carica, per provare a rendere la Provincia Iblea in generale e la Città di Vittoria in particolare, luoghi più sicuri e/o vivibili”. Comincia così la lettera che, a cuore aperto, il Consigliere Provinciale Ignazio Nicosia indirizza al Parroco di San Giovanni Bosco, Padre Gianni Cappello, brutalmente aggredito, derubato e ferito da due energumeni mentre sostava in preghiera davanti alla piccola cappella votiva dedicata alla “Madonna dello Scoglio” sita nei pressi della Stazione Ferroviaria di Vittoria. La lettera (che riteniamo non mancherà di sollevare qualche polemica come sempre accade quando si denunciano scomode verità) così continua: “Vittoria (ma non solo Vittoria) non sta, solamente, vivendo l’incubo di una nuova escalation criminale, testimoniata anche dall’indefessa azione repressiva delle Forze dell’Ordine, ma, e questa è certamente cosa ancora più grave, è diventata muta testimone di un graduale ed apparentemente inarrestabile grado di imbarbarimento sociale tale da far si che la ‹‹normale›› azione criminale si rivesta di una nuova, terribile ferocia”. Ed in ultimo, in un altro passaggio che, certamente farà storcere il naso a più di un rappresentante della “casta” politico/istituzionale della provincia Iblea, il Cons. Prov.le Ignazio Nicosia, prima di mettersi a totale disposizione del Sacerdote Vittoriose e della Sua Comunità parrocchiale, scrive: “… da politico Le chiedo perdono per quanto successo a Lei, in prima persona, così come a molti altri prima di Lei, anche a causa dell’ignavia Istituzionale e della inconcludente verbosità parolaia di cui la classe politica di questa Provincia, sin troppo spesso, si rende amara protagonista, Le prometto che, per quanto concerne lo scrivente, sin da subito mi impegnerò maggiormente affinché la Città di Vittoria possa divenire un luogo più sicuro ove si possa pregare senza essere aggrediti selvaggiamente, passeggiare e far giocare i propri bambini senza aver paura dell’altro (chiunque esso sia)”.

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