L’attuale, grave crisi occupazionale impone – al di là della solidarietà di rito rivolta a chi ne è colpito, e ai generici auspici – una analisi attenta per comprenderne le cause, gli effetti ed i possibili rimedi. In questo contesto va esaminata la problematica Colacem, certamente legata al calo di commesse ma, non di meno, alle mancate risposte delle istituzioni locali e regionali. La cassa integrazione di oggi è anche figlia del rifiuto ieri opposto alla coltivazione della cava Giarrusso e all’ampliamento dello stabilimento di Pozzallo. Essa è pure figlia del paradosso per il quale da una parte sono stati imposti a Colacem obblighi di investimento e dall’altra sono state ad essa negate le necessarie autorizzazioni. Risorse (260 miliardi di lire) e ricadute occupazionali così importanti avrebbero meritato ben altra attenzione, almeno pari a quella riservata a chi, in un periodo di così grave recessione del settore, è stato posto in condizione di avviare nuove attività utilizzando materie prime a basso costo provenienti da altre aree del Mediterraneo. L’azienda ne avrebbe avuto diritto e l’economia del territorio ne avrebbe tratto vantaggio. Le perplessità che avevano determinato il rifiuto alle chieste autorizzazioni pare siano state ora superate. C’è ora consapevolezza per indurre Colacem a consolidare la sua presenza in provincia consentendo, nel rispetto dei valori paesaggistici ed ambientali, una produzione coerente con i programmi occupazionali e adeguata al mercato. Siffatti obiettivi sarà possibile conseguire solo con l’impegno congiunto delle istituzioni, delle forze politiche, della deputazione regionale e dei sindacati che, facendo squadra, potranno e dovranno indurre l’azienda a confidare nella possibilità di vincere la scommessa di mercato.
POZZALLO: COLACEM ED INDOTTO. IL SINDACO SULSENTI: “Quel che mi aspetto dall’incontro del 22 settembre a Palermo”
- Settembre 21, 2009
- 12:56 pm
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