"Non c’è stata e non ci sarà alcuna denuncia penale nei confronti di alcuno, malgrado la gravità di notizie non vere finalizzate a creare ingiustificato allarmismo; non ci sono state e non ci saranno querele". L’amministrazione comunale di Pozzallo torna sulla questione che riguarda il consigliere comunale Asta e la moglie di quest’ultimo, la giornalista Giudice. "Il Comune di Pozzallo – spiegano da Palazzo La Pira – ha solo chiesto un risarcimento di danno per quanto procurato a tutta la comunità in termini di immagine. Dunque solo un procedimento di natura civile e non penale, che intende risarcire negozianti, commercianti, artigiani, indotto, cittadini per il procurato doloso danno di immagine. La libertà di stampa nel caso specifico non c’entra nulla. La richiesta del Comune di Pozzallo nei confronti del consigliere comunale Pino Asta e della moglie Rosanna Giudice, corrispondente da Pozzallo del Giornale di Sicilia (e non “Il Giornale di Sicilia”, come erroneamente scritto dalla redazione del periodico 30 giorni news, in un comunicato di scontata solidarietà diffuso a difesa delle due persone in questione) ha un preciso fine deontologico, etico, educativo. Bene la libertà di informare; biasimevole il tentativo di mettere in cattiva luce l’immagine di una Pubblica Amministrazione con notizie inventate. La libertà di stampa non è licenza di offendere impunemente persone ed Enti pubblici. Se uno scalmanato si serve di un pugnale da sub per ferire a morte una persona, il processo riguarda il responsabile del reato e non certamente il produttore di pugnali che è libero di fare il suo lavoro così come per legge e nel rispetto della concessione rilasciatagli dallo Stato di diritto. In ogni caso saranno dei magistrati imparziali a stabilire ogni cosa; al Comune il dovere di tutelare l’immagine della città. Sarebbe stato grave, anzi gravissimo non farlo.