Al processo sulla cosiddetta "tratta delle polacche" parla il marito di una delle parti offese, un tunisino, la cui consorte polacca qualche tempo fa aveva deciso di ritirare la sua costituzione a parte civile. L’uomo ha raccontato che dopo avere conosciuto la donna, questa un giorno si presentò da lui a Santa Croce Camerina con ferite al braccio. “Quando le chiesi cosa le fosse accaduto – ha proseguito l’extracomunitario – lei sul momento mi indicò un certo Marco”. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero, Gaetano Scollo, si tratterebbe di Marco Tumino, 48 anni, modicano, il principale imputato, come che ‘avrebbe vessata e soprattutto violentato coloro che l’avevano poi fatto arrestare. Tumino, difeso dall’avvocato Enrico Trantino, è imputato insieme al ragusano Marco Guerrieri, 43 anni, difeso dall’avvocato Maria Platania del Foro di Ragusa, che, però, è deceduto qualche mese fa. I due, nella fase preliminare, erano stati prosciolti dal Gup dall’associazione per delinquere e dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Furono entrambi arrestati dalla polizia nel mese di settembre del 2004, perché, secondo l’accusa, avrebbero fatto giungere clandestinamente in provincia di Ragusa le donne polacche per farle assumere come badanti presso famiglie di Modica o del capoluogo ibleo. Due polacche, Anita Baber e Barbara Novec, denunciate a piede libero, ritenute complici degli imputati, furono prosciolte dal Gup da tutti i capi d’imputazione. Tumino sostiene di avere sottoscritto con le lavoratrici un regolare contratto in doppia lingua, con il quale era assunto l’impegno di operare come badanti dietro compensi che andavano da 520 e fino oltre le 700 euro il mese. L’imputato avrebbe percepito una percentuale di 50 euro mensili. Nella prossima udienza, il 16 ottobre, sarà escusso l’ultimo testimone dell’accusa ed i testi della difesa.
PROCESSO PER LA TRATTA DELLE POLACCHE. MODICA, ASCOLTATO IN MARITO DI UNA VITTIMA
- Settembre 26, 2009
- 12:13 am
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa