GLI INCAPACI. Il governo nazionale pronto a sottrarre alla Sicilia tutti i fondi Fas e strutturali: saranno gestiti da Roma perché nell’Isola ci sono troppa corruzione, mafia, burocrazia e scarsa efficienza

Come si direbbe in teatro, per far ridere, “e siccome che sei troppo corrotto, troppo mafioso, troppo burocratizzato, troppo incapace, troppo lento e tanto, ma tanto colluso, allora i quattrini che ti toccherebbero li prendo io, li porto a Roma e, semmai, li spendo io per te. Tanti saluti”. Non si pensi che, pur non essendo al teatro, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, l’abbia pensata e detta in maniera molto diversa, a parte arrotondare le R, questo sì, ma non certo gli spigoli. La questione è chiara e va avanti da mesi: ci sono, anche c’erano, un sacco di soldi da spendere al Sud e in Sicilia, i famosi fondi Fas e fondi strutturali. Sono decine di miliardi, quelli destinati, in chiave teorica per lo meno, a infrastrutture, formazione, ricerca, ambiente. Il governo nazionale, non avendo un euro, ne ha già prelevati una buona parte, destinandoli agli ammortizzatori sociali per le aziende in crisi (al Centro e al Nord, ovviamente, perché qui ci sono poche aziende, dunque servirebbero pochi fondi che non arrivano, vedi Sat), ne ha presi altri per pagare le multe degli allevatori del Nord che hanno sforato le quote latte, ne ha presi altri per l’Abruzzo. Insomma un saccheggio, fatto pure a mò di sfregio visto che il sottosegretario Castelli ha detto, chiaro e tondo, che il Sud deve pagare stavolta e per sempre, per tutte le volte che s’è fregato i soldi. Questa è la storia, Berlusconi ha cercato di edulcorare, in Sicilia qualcuno ha fatto finta di arrabbiarsi, ma la verità è che dietro la volontà del governo non c’è altro che la scelta di prendere questi soldi, spostare tutto in un’Agenzia per lo Sviluppo a Roma e spendere da lì. In buona sostanza i soldi della Sicilia resteranno della Sicilia se ci saranno progetti, se i progetti piaceranno a Roma, se non ci sarà il rischio di infiltrazioni della mafia negli appalti, se saranno rispettati i tempi di progettazione e realizzazione. In caso contrario, stavolta, i soldi non torneranno indietro, ma si spenderanno in aree del paese dove c’è maggiore efficienza, un tessuto economico più ricco di humus e, dunque, capace di recepire, utilizzare, sfruttare l’opportunità. Ci sono alcuni punti indiscutibili che hanno favorito l’operazione Tremonti-Bossi, a cominciare dalla conclamata inefficienza siciliana e della sua classe dirigente. I fondi 2007-2013 non sono ancora stati non solo spesi nella parte legata agli anni trascorsi, ma nemmeno c’è una programmazione. Del resto anche per i fondi 2000-2006 è stata chiesta una proroga per non perdere tutto. E adesso si parla di una nuova rimodulazione, quindi di altro tempo per rivedere quel che si dovrebbe fare. Insomma fermi all’anno zero. Per di più a Roma non solo non è sfuggito che parte dei soldi la Sicilia dovrà per forza di cose utilizzarli per pagare i precari, ma il governo stesso, pur tra le lacrime di Tremonti, ha destinato 170 milioni di Fas al salvataggio del Comune di Palermo, mentre i 140 milioni di Catania sono rimasti un assegno virtuale che non arriverà mai, per evitare che, ammesso il gioco di prestigio dei finti lavori per infrastrutture da realizzare in città, mentre si puntava solo a non arrivare al fallimento, se quei soldi dovessero transitare alle casse del Comune i magistrati metterebbero in croce un bel po’ di gente. A questo punto Tremonti, Bossi e l’ala nordista del Pdl che non vuol più perdere voti in Padania, ha stabilito che tutti i soldi verranno centralizzati e gestiti a Roma, che le Regioni potranno fare la loro parte, ma assolutamente marginale e non gestiranno un quattrino. Al Sud e in Sicilia torna lo stato a controllare tutto, mentre al Nord e al Centro con il federalismo ogni territorio potrà con agilità e tempistica opportuna gestire i suoi fondi. E a questo punto? Riconoscere che Tremonti ha ragione e non siamo capaci di nulla? Prendere atto che governo di destra o di sinistra che sia, Tremonti o Bersani che sia, ormai hanno capito tutti che siamo irredimibili e l’unica struttura che abbiamo solida è l’incapacità? E il progetto Lombardo, l’autonomia, le belle promesse al governatore arrivate dal Cavaliere? E Miccichè che dice di non riconoscersi, per divergenze di fazione, nel Pdl siciliano, oggi si riconosce in quello nazionale con maggiore disinvoltura? E l’altro Pdl siciliano che vanta rappresentanti istituzionali di primissimo piano subirà perché così vuole la linea del governo nordista o perché riconosce l’incapacità? E quando è che festeggeremo l’Unità d’Italia?
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