Ancora una giornata di sciopero per i netturbini di Modica. Stamattina, senza nemmeno aver dichiarato lo stato di agitazione, hanno deciso di incrociare le braccia. La protesta è, ancora una volta, legata al mancato pagamento degli stipendi. Nonostante, infatti, gli accordi stipulati e sottoscritti da amministrazione comunale, sindacati ed azienda, i lavoratori non hanno ancora “visto” nemmeno un euro. Ma le motivazioni, secondo quanto riferiscono da Palazzo San Domenico, sarebbero legate alla vicenda giudiziaria che interessa i vertici dell’ azienda Busso. Dal Comune di Modica, infatti, sono stati emessi i mandati di pagamento verso l’Ato Ambiente Ragusa che, a sua volta, ha girato il “dovuto” nel conto corrente della ditta Busso. Conti che però sarebbero stati bloccati dalla Procura della Repubblica di Caltagirone che sta seguendo l’inchiesta che ha portato all’arresto dei vertici aziendali. Ad intervenire stamattina è stato il sindaco di Modica, Antonello Buscema, che ha invitato, per il tramite della Prefettura di Ragusa, la Procura calatina a sbloccare i fondi per favorire il pagamento degli stipendi ai netturbini modicani. “Da parte nostra abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità – spiega Antonello Buscema -. Ho già chiesto l’autorevole intervento del Prefetto di Ragusa presso la Procura della Repubblica di Caltagirone, al fine di ottenere lo sblocco delle somme necessarie al pagamento degli stipendi per i netturbini. Attendiamo ancora risposte, ma siamo fiduciosi”. Intanto i netturbini sono rimasti a presidiare Palazzo San Domenico, attendendo buone nuove. “A loro – dice ancora il primo cittadino modicano – chiedo di riprendere il regolare servizio pubblico. Capisco e comprendo benissimo quelle che sono le loro lamentele e la loro situazione, ma al contempo chiedo anche di non far pagare alla città responsabilità che, in questo caso, non sono dell’amministrazione comunale”. E per domattina è previsto ancora un giorno di sciopero. Stavolta i sindacalisti sembrano aver fatto un passo indietro. Sono i lavoratori stessi a decidere di lasciare in cantiere gli automezzi e gli spazzoloni. “Oramai siamo stufi – dicono -. Non possiamo essere noi a pagare colpe e responsabilità di altri. Non possiamo dire ai nostri creditori che non veniamo pagati perché la Procura, o la Prefettura, o il Comune. A noi spettano i soldi e questi ci devono essere dati”. Braccia incrociate, sguardo deciso e testa alta. I dipendenti della ditta Busso questa volta sembrano proprio decisi a far sentire forte ed in alto, le loro ragioni.
RIPRENDE A MODICA LO SCIOPERO DEGLI OPERATORI ECOLOGICI CHE ATTENDONO ANCORA GLI STIPENTI
- Ottobre 6, 2009
- 10:44 pm
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