Giornata nazionale di mobilitazione studentesca. Sarà presente anche una delegazione ragusana

In vista della mobilitazione studentesca nazionale indetta dall’Unione degli Studenti per giorno 9 ottobre 2009, anche nel comune di Ragusa si muoverà un corteo di studenti organizzato dal Comitato Cittadino di Ragusa dell’Unione degli Studenti con  lapartecipazione anche da altri comuni della provincia, che partirà da Piazza Zama alle ore 9.00. L’anno scorso l’Onda studentesca aveva avvisato: “Non è che l’inizio”; oggi la dimostrazione. Con la finanziaria 2009 che “taglia”, la legge Gelmini che “razionalizza” e la legge 133 che privatizza gli atenei non poteva che delinearsi un clima di malcontento nel mondo della conoscenza. Ma è soprattutto da quest’anno che gli effetti della crisi economica si manifestano con maggiore evidenza ricadendo sulle vite delle persone, tra cui 7 mila che hanno perso il lavoro solo in Sicilia, rivelando l’incapacità del governo di fare gli interessi della collettività. Abbiamo protestato l’anno scorso, non un passo indietro è stato fatto da parte dell’esecutivo; anzi, in primavera e alla fine dell’estate nuovi ordini sono arrivati dal Ministero: una “risistemazione” degli orari che sottrae ulteriormente ore di studio curricolare e un “regolamento sulla valutazione degli alunni” che assegna agli insegnanti di IRC un peso maggiore (agli scrutini) di quanto ci si dovrebbe aspettare in uno Stato laico per Costituzione. Si è pensato bene di sottrarre fondi alle scuole e di spendere piuttosto per attività evidentemente per il Governo più utili, come la costruzione di 131 cacciabombardieri F-14 del costo complessivo di 14 miliardi di euro, in favore della dittatura libica di Gheddafi. I tagli all’istruzione pubblica non derivano poi affatto da esigenze di carattere pedadogico-formativo, bensì nascono esclusivamente dai bisogni economici che il Governo attuale e quelli precedenti hanno contribuito a creare, sperperando il denaro pubblico e dando sempre meno valore, col passsare degli anni, al ruolo sociale e culturale dell’istruzione. Vogliamo una scuola che sia un cantiere di pace, un luogo di formazione del cittadino, un ambiente multiculturale e multietnico, che valorizzi la diversità perchè è sintomo di civiltà. Vogliamo che si risparmi dove si può risparmiare, per esempio sui costi che il settore informatico impone alle scuole, che potrebbero essere eliminati grazie all’utilizzo di sistemi operativi gratuiti. Vogliamo un piano di finanziamento straordinario per i corsi di recupero dei debiti (che il Ministro Fioroni nel 2007 aveva promesso e mai mantenuto) adatti davvero al risanamento delle lacune didattiche. Vogliamo una legge nazionale per il diritto allo studio che definisca il livello delle prestazioni che le Regioni devono assicurare; la legge costituzionale 3/2001 aveva assegnato esclusivamente alle Regioni competenza in materia di politiche scolastiche; questo provvedimento però non è stato, inspegabilmente, accompagnato da un altro che fissasse il livello minimo di assistenza economica che le Regioni devono fornire nel loro territorio in questo settore. Abbiamo, noi studenti, da sempre affrontato l’incapacità dei Governi a considerare la scuola un luogo di formazione su cui porre le basi per una prospettiva di uguaglianza e giustizia sociale, nonchè misura in cui costruire una società di diritti e democrazia e non di compromessi e barbarie; ogni ministro ha visto nella scuola uno strumento di realizzazione delle proprie ideologie, dimenticando che le ideologie non possono compromettere la formazione culturale dei cittadini, perchÈ il sapere in sè non ha un colore politico. Eppure in una società che premia l’ignoranza, l’apparire e la corruzione piuttosto che la cultura, l’essere e la legalità, possiamo dire la conoscenza un colore politico ce l’ha, che chi E’ onesto e consapevole dei propri diritti non può sostenere queste politiche governative di disfacimento dell’apparato scolastico e universitario italiano, questa politica dei privilegi, della disinformazione e dell’individualismo. In questa società la conoscenza è un atto politico.
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