CAFFÈ LETTERARIO “S. QUASIMODO” QUARTA STAGIONE. MODICA, SI PARTE CON FRANCO ANTONIO BELGIORNO ALLA MEMORIA

Ad un anno dalla scomparsa di Franco Antonio Belgiorno il primo appuntamento della quarta stagione del Caffè Letterario “S. Quasimodo” promosso dall’Associazione Polis di Modica si apre su una delle voci più autentiche e genuine di questo lembo di Sicilia. Il titolo “Squarci di personaggi e di paesaggio nella narrativa di Franco Antonio Belgiorno” definisce appieno la vita e l’opera di un intellettuale che in Modica trovò la sua culla ma anche il suo intimo flagello. Uomo eclettico e generoso, appassionato di James Joyce, Franco Antonio Belgiorno fu legato al “Gruppo di Scicli” e al Circolo “V. Brancati” condividendone con loro astratti furori e concrete passioni. A tracciarne un breve e sincero ricordo proprio gli amici del cenacolo sciclitano Paolo Nifosì e Giuseppe Pitrolo. Nato a Siracusa, Ciccio Belgiorno si trasferì a Modica ancora bambino e vi rimase per tutti gli anni della giovinezza nutrendo per la città un amore mai appagato, conflittuale e tuttavia radicatissimo il cui ricordo indelebile segnerà la sua vicenda esistenziale e professionale. Una prosa larvatamente autobiografica, dal sapore elegiaco, sagace, brillante sarà la cifra distintiva di una produzione estremamente variegata (articoli, saggi, racconti) che si ispirerà ai personaggi della Modica della sua giovinezza, ai sapori, agli odori e ai colori di una città antica e poetica, rivissuti attraverso il sottile velo del rimpianto e della malinconia. Uomo inquieto e apolide Ciccio Belgiorno si trasferì per lunghi anni a Wiesbaden dove lavorò per la Zdf adoperandosi per la divulgazione della letteratura siciliana in terra tedesca. Ma a Modica ritornava spesso per poi partire nuovamente in un’eterna altalena di fughe e di ritorni per una città che non ritrovava più, se non nella memoria del passato. Negli anni ’90 il rientro definitivo, la sua poliedrica attività di giornalista e di saggista. E di quella città agognata e ripudiata ne diventerà allora il testimone scomodo, il critico e il fustigatore, denunciandone vizi e virtù, bassezze e nobiltà. Il bravo attore Alessandro Sparacino ha ben interpretato alcuni passi tratti dalle raccolte: “Guardiani di nuvole” e “L’accalappiatempo” mentre il soprano Claudia Perrone ha eseguito alcune arie musicate al pianoforte dal M° Sergio Carrubba. La stagione del Caffè Letterario “S. Quasimodo” proseguirà fino a maggio con un ampio cartellone su poesia, narrativa, musica, pittura e teatro; “occasioni – spiega il presidente Domenico Pisana – “finalizzate, come direbbe Quasimodo a ri-fare l’uomo dentro. Pertanto un invito a partecipare a quanti non concepiscono la letteratura come attività fine a sé stessa, ma piuttosto come vita e intuizione”.

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