Pronunciamento del ministro Gelmini: voto in religione come per altre materie. Lo Snadir lo aveva già rimarcato specificando che l’Irc è una materia scolastica con dignità formativa e culturale identica a quella delle altre materie

Si profila la possibilità che nell’insegnamento della religione cattolica si passi da una valutazione espressa con giudizio ad una valutazione con voto numerico. Ad annunciare questa possibilità è stato proprio il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, che, a margine di una conferenza stampa di presentazione dell’ottava giornata europea dei genitori e della scuola e della "settimana della non violenza", ha espresso ai giornalisti l’idea che “anche l’insegnamento della religione debba passare dal giudizio al voto come le altre materie", “E’ una questione che ci vede pienamente concordi – afferma il prof. Orazio Ruscica, Segretario nazionale dello Snadir e vice-coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams, in quanto si muove nella direzione più volte da noi segnalata e secondo gli impegni da noi assunti, e cioè che l’insegnamento della religione cattolica è modulato secondo le finalità della scuola e i docenti di religione non presentano la religione a dei cristiani ma a degli italiani, cioè non ad una categoria di persone che si qualificano per una adesione ad una confessione religiosa, ma a degli studenti che si presentano a scuola per ricevere dei contenuti culturali. Pertanto, quando uno studente ha liberamente deciso di avvalersi dell’insegnamento della religione, che è una materia scolastica con dignità formativa e culturale identica a quella delle altre materie, ha diritto a vedersi riconosciuto l’impegno con cui frequenta le lezioni di religione e il profitto che ne trae con l’attribuzione di un voto. Il voto di religione con il ricorso alla docimologia in numeri – prosegue Ruscica – sarebbe , certamente, il riconoscimento del fatto che il docente di religione nel proprio insegnamento va a valutare l’acquisizione di contenuti religiosi oggettivamente studiati e criticamente rielaborati, al fine di verificarne il riflesso sulla preparazione culturale dello studente e del cittadino". Il ministro ha dichiarato di voler chiedere un parere al Consiglio di Stato, perché, purtroppo, quando si parla di Irc le polemiche e le strumentalizzazioni sono sempre a portata di mano. E’ comunque auspicabile che sulla questione si arrivi ad una determinazione finale perché la dignità culturale dell’Irc trovi realmente la sua piena legittimazione nella scuola italiana.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa