LA SCURE SUL CONSIGLIO COMUNALE DI MODICA. SPICCATI 17 AVVISI DI GARANZIA

La scure della Procura della Repubblica si abbatte sul consiglio comunale di Modica. Diciassette avvisi di garanzia sono stati spiccati dal Procuratore, Francesco Pulejo, nei confronti di altrettanti consiglieri ed ex della civica assise modicana. Sono, nei fatti, quattordici gli attuali componenti il massimo consenso cittadino mentre due sono passati ad altre funzioni. Si tratta di Diego Mandolfo, Paolo Garofalo, Giancarlo Poidomani, Giovanni Spadaro, Salvador Avola, Carmelo Scarso, Piero Covato, Carmelo Cerruto, Gaetano Cabibbo, Nino Cerruto, Vito D’Antona, Michele Mavilla, Giovanni Occhipinti, Leonardo Aurnia, Massimiliano Baglieri, Giovanni Giurdanella e Nino Frasca Caccia. Nella sostanza si tratta dell’intero gruppo di maggioranza anche se non risultano indagati tre degli attuali consiglieri seduti sugli scranni di Palazzo San Domenico e cioè Giorgio Zaccaria, subentrato poco prima dell’estate a Baglieri su decisione del Tar di Catania, Salvo Maltese ed Enzo Roccasalva che da qualche settimana hanno preso il posto, rispettivamente, di Giurdanella, nominato al vertice della Modica Multiservizi, e di Frasca Caccia, passato nei ruoli assessoriali. L’ipotesi di reato è falsità ideologica continuata in concorso. Si tratta, forse, dell’ultima indagine dell’ex Procuratore della Repubblica, Domenico Platania, per cui, allo stato, i provvedimenti emessi dal nuovo capo della magistratura inquirente modicana potrebbero avere i toni del cosiddetto “atto dovuto”. In buona sostanza ai diciassette politici viene contestata, quali componenti del consiglio comunale di Modica dell’epoca, di avere votato ed approvato a maggioranza una delibera del 29 novembre dello scorso anno quando fu esitato il punto riguardante il bilancio di previsione 2008 senza prevedere l’iscrizione nel documento contabile delle somme necessarie per il pagamento degli arretrati contrattuali e degli adeguamenti degli stipendi in favore dei dipendenti comunali. Sul pagamento degli arretrati contrattuali lo scorso mese di giugno si erano incrinati i rapporti tra sindacati ed amministrazione comunale. Il responsabile provinciale della funzione pubblica Cisl, Gianfranco Marino, nonostante l’accordo che era stato raggiunto nella riunione del 24 giugno proprio per il mancato versamento ai dipendenti delle somme già maturate e non corrisposte da 14 mesi dalla maturazione “in maniera immotivata”. Nella seduta consiliare in questione la minoranza non votò il punto. In sostanza la civica assise aveva approvato un atto senza inserire le somme riguardanti gli arretrati contrattuali del biennio 2006/2007 e del salario accessorio 2008/2009, somme che, secondo la Fp Cisl, dovevano essere stanziate in sede di assestamento del bilancio di previsione 2008. “L’attivazione di tale procedura – aveva denunciato Marino – dev’essere letta anche come il preannuncio della volontà di ricorrere alle vie legali per la tutela dei propri diritti, qualora dovesse perdurare il ritardo nella corresponsione del dovuto”.

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