INCHIESTA SULL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2008 AL COMUNE DI MODICA. PAOLO GAROFALO INTERROGATO DAL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA

“Approvando il bilancio di previsione del 2008 abbiamo agito comportandoci da buoni padri di famiglia”. E’ stato questo il concetto espresso oggi in circa un’ora di interrogatorio davanti al Procuratore della Repubblica, Francesco Pulejo, il presidente del consiglio comunale di Modica, Paolo Garofalo, l’unico “avvisato” di comparire nell’’ambito dell’inchiesta dove sono iscritti nel registro degli indagati 17 consiglieri comunali di maggioranza, tre dei quali non più presenti sugli scranni dell’aula consiliare per la quale è stato ipotizzato il reato di falsità ideologica continuata in concorso in seguito alla votazione e all’approvazione, a maggioranza, di una delibera del 29 novembre dello scorso anno. Secondo l’accusa, i diciassette non ebbero a prevedere l’iscrizione in bilancio degli arretrati contrattuali e degli adeguamenti degli stipendi dei dipendenti comunali. “Abbiamo dovuto tenere conto – ha sottolineato Garofalo – la temporalità, il periodo trascorso dal nostro insediamento, fattori che ci ponevano ad un bivio. Abbiamo ritenuto di agire con la soluzione migliore in piena condivisione. Non abbiamo mai avuto nulla da nascondere e siamo a tutt’oggi convinti d’aver operato la scelta giusta, proprio come avrebbe fatto un buon padre di famiglia”. Garofalo ha precisato che “alla seduta, regolarmente verbalizzata, fecero seguito atti documentali e con date precise che non lasciano adito a dubbi circa l’operato, coerente e cristallino, del consiglio comunale”. Garofalo, nella circostanza, era assistito dall’ avvocato Bartolo Iacono. Ha, comunque, preannunciato la presentazione di un dossier col quale si farà maggiore chiarezza. “Devo dire – aggiunge – di avere molto apprezzato l’atteggiamento del Procuratore della Repubblica che mi ha permesso di chiarire senza interruzioni la situazione senza tante interruzioni. Questo mi ha messo a mio agio nell’ esporre i fatti”. Alla luce dei fatti, il capo della magistratura indagante modicana dovrà decidere se procedere oltre “avvisando” anche gli altri sedici indagati o se archiviare il caso.

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