Modica: Riduzione dei rientri pomeridiani per i dipendenti comunali. Non piace a Cavallino

Non piace al consiglieredel PdL, Tato Cavallino, il provvedimento con il quale il sindaco Buscema ha emanato una determina che, dal 1° novembre prossimo, riduce i rientri pomeridiani settimanali dei dipendenti comunali. Ciò vuol dire che gli uffici comunali saranno aperti soltanto un giorno alla settimana, il mercoledì dalle 15 alle 18,30, anziché due volte come accadeva in passato. In pratica il monte ore dei dipendenti sarà ridistribuito: dal lunedì al venerdì dalle 7,45 alle 14,15 con flessibilità di 15 minuti (vale a dire con la possibilità di lavorare fino alle 14,30) anziché dalle 8 alle 14; il mercoledì dalle 15 alle 18,30 anziché dalle 15 alle 18. “Va sottolineato – dice Cavallino – come tale provvedimento sia stato preso in netto disaccordo con i sindacati e le delegazioni dei lavoratori, che già nel corso della concertazione avviata nel mese di giugno si erano espressi per il “no” alla ridistribuzione degli orari di lavoro. Rimasto per qualche tempo dentro un cassetto, questo provvedimento è stato rispolverato adesso con una tempistica sospetta perché ha il sapore di una rivalsa verso lavoratori e sindacati, nei confronti dei quali ormai è guerra aperta. Con la ridistribuzione degli orari, asserisce il sindaco, l’ente risparmia perché dimezza l’erogazione dei buoni pasto ai dipendenti. Ma non si è tenuto conto delle gravi conseguenze negative della determina. ll sindaco – in nome del risparmio – non esita a cancellare un importante servizio per i cittadini (l’apertura degli uffici comunali due pomeriggi a settimana), concentrando il rientro pomeridiano il mercoledì con il conseguente aumento delle file agli sportelli e l’allungarsi dei tempi di risposta dell’ente ai cittadini. Questo disagio non è controbilanciato per altro dall’anticipo dell’apertura e del prolungamento della chiusura degli uffici per tutto il resto della settimana, perché le fasce d’orario 7,45-8 e 14-14,30 sono “morte”, cioè poco fruibili per i cittadini stessi. In secondo luogo – conclude Tato Cavallino – sempre in nome del risparmio, il sindaco non esita a stravolgere il ritmo di vita di centinaia di famiglie, costrette ogni giorno a timbrare il cartellino quindici minuti prima e quindici minuti dopo rispetto al passato. Ciò significa modificare profondamente la normale gestione familiare che dovrà riorganizzarsi, con conseguenti disagi. Tra l’altro, questo non è il primo “attacco” alla famiglia che proviene da quest’amministrazione. Abbiamo già assistito all’accondiscendenza verso le aperture domenicali e al disinteresse verso la questione della refezione scolastica, che coinvolge migliaia di famiglie modicane. Se l’Amministrazione non avesse scelto la via del muro contro muro con i sindacati e i lavoratori, percorrendo invece quella più costruttiva del dialogo e della concertazione, avrebbe potuto ottenere una rinuncia spontanea al buono pasto da parte di buona parte dei dipendenti. In tal modo avrebbe risparmiato senza creare disagi ai cittadini e senza ridurre i servizi”.
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