L’INCIDENTE MORTALE DEL NOVEMBRE 2005. MODICA, IL PERITO AL GIUDICE: “L’AUTO INVESTITRICE ANDATA A 110 KMH”

Le conclusioni del consulente tecnico nominato dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Giovanna Sciblia, l’ingegnere Giovanni dell’Agli, non mettono bene il processo per l’imputato Giorgio Agosta, 34 anni, di Pozzallo, difeso dall’avvocato Giorgio Terranova. L’uomo è accusato di omicidio colposo poiché, secondo il pubblico ministero, Veronica Di Grandi, a seguito di un incidente stradale, avrebbe causato la morte dell’ ottantenne modicano Emanuele Buscema, padre dell’attuale sindaco di Modica. Il sinistro si verificò nel mese di novembre del 2005. Il perito ha confermato della manovra azzardata da parte dell’anziano automobilista ma poi ha puntualizzato che sulla base dei calcoli eseguiti, l’imputato viaggiava ad una velocità di 110 kmh laddove il limite era di 70 kmh e che l’arteria, la Modica Mare, era segnalata con cartelli che indcavano la presenza di intersezione e di strada sconnessa. Se la velocità si fosse mantenuta secondo quanto indicato dalla segnaletica stradale, il perito si è detto certo che l’incidente si sarebbe potuto evitare. Il consulente del pubblico ministero, in precedenza(Giovanni Papanno)aveva pressochè detto le stesse cose e cioè che Buscema stava effettuando una manovra imprudente a sinistra, che Giorgio Agosta sarebbe sopraggiunto ad alta velocità calcolata sui cento kmh. Le assicurazioni hanno già risarcito gli eredi, patrocinati dall’avvocato Salvo Maltese. Emanuele Buscema fu ricoverato all’Ospedale Maggiore e sottoposto ad intervento osseo per la frattura del femore. Le sue condizioni, però, si complicarono nonostante fosse stato ricoverato nella Divisione di Rianimazione e fosse, addirittura, lucido. In tarda serata, però, sarebbero sopraggiunte delle complicazioni e, quindi, il decesso. L’anziano era a bordo della sua vecchia Fiat 500. Pare stesse recandosi presso il vicino caseificio per acquistare della ricotta. Nell’imboccare l’intersezione a sinistra è sopraggiunta la Fiat Tipo condotta dal pozzallese che non era riuscito ad evitare il violento impatto. La piccola utilitaria nello scontro aveva effettuato dei testa- coda. Sfortunatamente in direzione Modica- Marina di Modica sopraggiungeva l’autocarro Fiat Iveco condotto dall’imputato contro il quale concluse la sua marcia la Fiat 500 del Buscema. Dovettero intervenire i vigili del fuoco per estrarre il poveretto dalle lamiere contorte dell’autovettura. Nella prossima udienza è prevista la sentenza

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