Assemblea nazionale Cna, cinque rappresentanti iblei in altrettante presidenze di Unione Cascone nominato nella direzione nazionale della confederazione

La conclusione dell’assemblea nazionale Cna ha fatto registrare una importante appendice riguardante anche l’area iblea. Dopo la conferma di Ivan Malavasi alla guida della Cna nazionale, in qualità di presidente, e la nomina del presidente regionale Cna, Giuseppe Montalbano, a componente della presidenza nazionale della confederazione, l’ex presidente provinciale di Cna Ragusa, Giuseppe Cascone, è stato inserito nella direzione nazionale. “Senz’altro – afferma quest’ultimo – si tratta di una nomina di prestigio, ma anche di un incarico che ci permetterà di portare sul tavolo nazionale le istanze e le richieste delle imprese dell’area iblea e di tutta la Sicilia”. Oltre alla nomina di Cascone, la Cna iblea ha ottenuto altri importanti riconoscimenti. Biagio Licata, infatti, è stato eletto nella presidenza nazionale dell’Unione Artistico e Tradizionale; Maria Carmela Modica Belviglio nella presidenza nazionale dell’Unione Benessere e Sanità; Maurizio Tumino nella presidenza nazionale dell’Unione Costruzioni; lo stesso Cascone nella presidenza nazionale dell’Unione Servizi alla comunità; Stefano Ricca nella presidenza nazionale della Cna Piccola industria. L’assemblea nazionale Cna ha costituito una occasione fondamentale per affrontare le principali problematiche che riguardano il mondo dell’artigianato e della pmi. In particolare, le dichiarazioni conclusive del segretario nazionale Cna, Sergio Silvestrini, hanno messo in luce le difficoltà del momento. “Una crisi economica senza precedenti – ha detto – con cadute dei livelli di attività e della domanda mai sperimentate prima, e una fase di ripresa che riserva al nostro paese il ruolo di fanalino di coda. Le previsioni della ricerca condotta dal Centro studi della Cna nazionale non lasciano troppo spazio all’ottimismo: la flessione della produzione industriale, soprattutto nel settore manifatturiero (23,1 punti su 100), è stata pesante e le previsioni indicano come permanente la perdita del Pil subita negli ultimi mesi anche per i prossimi anni; è possibile al massimo prefigurare un recupero pari a quello precedente la recessione. Con queste premesse il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa non nasconde timori e incertezze per il futuro. La crisi si è sovrapposta all’incapacità del nostro Paese di conservare il tasso di crescita delle principali economie continentali. Senza i necessari interventi di politica economica da noi sollecitati, rischiamo di perdere definitivamente il treno della ripresa”. Il segretario provinciale

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