Ieri sera il sesto appuntamento della stagione congressuale Feneal Uil, Niccolò Spadaccino riconfermato segretario “La crisi non si ferma: in un anno un milione di ore in meno”

Niccolò Spadaccino è stato riconfermato, ieri sera, a conclusione dei lavori del decimo congresso territoriale, sul tema “Fare un’Italia migliore”, tenutisi a Villa Fortugno, a Ragusa, nella carica di segretario generale provinciale della Feneal, la federazione del settore delle costruzioni della Uil. Già segretario uscente, Spadaccino guiderà la Feneal, per il prossimo mandato, assieme agli altri componenti di segreteria: Raffaele Spadaccino, Giorgio Gintoli e Mario Cocuccio, segretario amministrativo. Nominati pure i diciotto componenti del direttivo. Presieduto dal segretario provinciale della Uil, Giorgio Bandiera, il congresso si è aperto con la relazione di Niccolò Spadaccino. “Dopo anni di continua espansione – ha detto – anche il settore delle costruzioni sta pagando l’impatto con la recessione. Soprattutto in questo settore si sconta il divario fra gli annunci in merito alle opere pubbliche ed al piano casa e l’attuazione reale di iniziative”. Soffermandosi, poi, sulle prospettive della federazione, il segretario Spadaccino ha chiarito che “qualche anno fa si sono attuate nuove politiche organizzative all’interno della Feneal provinciale, le quali hanno comportato alla stessa un aumento di rappresentatività che si attesta intorno al 12,5% seguita ovviamente da un aumento degli iscritti che è passato dai 100 ai circa 650 di oggi. I risultati sono arrivati anche negli impianti fissi ovvero nelle due cementerie Colacem presenti in provincia. Nel sito di Modica, in particolare, siamo arrivati ad essere il primo sindacato”. Proprio a proposito della Colacem, Spadaccino ha precisato che “non poche sono state le difficoltà presso lo stabilimento di Modica, ultimamente, poiché agli inizi del 2009 la crisi economica era già parte integrante del nostro sistema; nonostante tutto, la Colacem ha tentato di ostacolare la stessa crisi, attuando una nuova linea di produzione (Hrs) che ha permesso di fronteggiare in parte l’avanzare del disagio. Tale linea di produzione nasceva in funzione di riaprire prospettive per nuovi mercati, in parte già saturi o comunque attanagliati dalla crisi economica. Ciò come ben sappiamo, non è avvenuto, trascinando così anche la cementeria Colacem di Modica nel vortice della cassa integrazione. Di sicuro tutto questo non sarebbe accaduto se il nostro sistema politico-governativo avesse permesso alla Colacem di poter investire sul nostro territorio, permettendo alla stessa di poter ampliare ed ammodernare l’impianto. Nonostante tutto il cementificio di Modica ha riavviato la produttività rientrando dalla cassa integrazione”. “In provincia di Ragusa – ha chiarito inoltre Spadaccino – non è solo il settore del cemento ad accusare grosse battute di arresto, poiché anche il settore del lapideo, dei prefabbricati ed edile hanno dovuto ricorrere, in molti casi anche prorogandola, all’utilizzo della cassa integrazione; si parla infatti di circa 1200 operai in provincia di Ragusa. Ma è il settore edile che di certo ha accusato il colpo maggiore, poiché i dati Cassa Edile relativi al 2009 parlano chiaro: infatti dal 2008 ad ora c’è stato un calo di circa 800 operai, con più di un milione di ore lavorate in meno. Questo calo è dovuto anche al fatto che le grandi opere, in provincia di Ragusa, sono in fase di definizione, vedi il blocco ospedaliero “Civile-Maria Paternò Arezzo” di Ragusa, o concluse, come il porto di Marina di Ragusa e l’aeroporto di Comiso. La provincia di Ragusa rimane speranzosa poiché si attende l’avvio del tratto autostradale Rosolini-Modica. Ma non ci si affida solo a tale unico progetto; un buon lavoro, anche in termini di opere minori, è stato fatto, calendarizzando opere per oltre 20 milioni di euro, grazie alla sinergia creatasi tra le associazioni sindacali, le associazioni datoriali e la Provincia regionale di Ragusa”. Presente anche il segretario regionale Feneal, Angelo Gallo, che ha centrato il proprio intervento sulla riforma contrattuale del settore e sugli effetti devastanti della crisi in ambito siciliano. Il segretario nazionale Pino Moretti, invece, si è soffermato sul fatto che le sigle di categoria si stanno confrontando con una fase in cui l’unità sindacale è problematica, circostanza che, in un momento di crisi del settore, potrebbe risultare più deleteria del previsto per i lavoratori.
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