Consorzio Universitario di Ragusa e Rettore di nuovo ai ferri corti

Le lezioni sono ormai iniziate in tutti e tre i corsi di laurea rimasti in città, ma il clima che respirano studenti e insegnanti continua a essere teso. E tesi restano anche i rapporti tra l’Ateneo di Catania e il Consorzio universitario. In questo contesto ci si proietta verso un polo universitario comune con Enna e Siracusa che dovrebbe garantire, magari sin dal prossimo anno accademico, maggiori certezze e minori tensioni. A riaccendere un clima teso sono state le affermazioni del rettore Antonino Recca nel corso della seduta di martedì del Senato accademico. Recca ha chiesto il mandato per mettere in mora il Consorzio universitario di Ragusa, rilevando il mancato versamento della prima rata (un milione di euro) dell’anno accademico 2009-2010 che andava versata entro il 31 ottobre. Il rettore ha ricordato come il mancato rispetto degli accordi, sottoscritti il luglio scorso, preveda lo stop a tutti i corsi di laurea, a partire dal prossimo anno. L’annuncio del rettore non ha sorpreso il Consorzio universitario. Proprio 24 ore prima della scadenza del 31 ottobre, il presidente Giovanni Mauro aveva infatti indirizzato all’Università la richiesta del rendiconto completo delle spese sostenute nel corso dell’ultimo anno accademico. Anche questo è, infatti, come ricorda il presidente Mauro, uno degli impegni sottoscritti al ministero a luglio. In piazza Dottor Solarino c’è, infatti, la sensazione che sia l’Università a dover restituire qualcosa al Consorzio. In ogni caso, si vogliono valutare con attenzione i consuntivi per effettuare eventuali compensazioni con i fondi da versare all’Università. «Abbiamo chiesto – ribadisce il presidente Mauro – il rendiconto dettagliato relativo ai quattro corsi di laurea che erano attivi lo scorso anno accademico. È chiaro che ci interessa anche il rendiconto della facoltà di Medicina che lo scorso anno era attiva a Ragusa e che da quest’anno non è più presente. Una volta che disporremo di questi rendiconti, potremo effettuare le nostre valutazioni e versare il contributo previsto dall’accordo». Sulla strada del quarto polo con Enna e Siracusa c’è, però, una convenzione che impegna Consorzio universitario e Ateneo di Catania a proseguire insieme sino al 2014. Il rettore si è sempre detto disponibile a favorire questo processo, anche se le prese di posizione, come quelle di martedì nel Senato accademico, non possono essere sottovalutate. «Mi risulta – assicura a questo proposito il presidente Mauro – che il rettore abbia perorato, al ministero dell’Università, la costituzione del quarto polo pubblico, definendo pregevoli le esperienze dei distaccamenti di Ragusa e Siracusa. Maggiori perplessità ha, invece, manifestato per i corsi di Caltanissetta e Caltagirone. Per questo – conclude Mauro – sono convinto che ogni problema possa essere chiarito, sia per gestire insieme il presente che per il futuro». Anche a Lingue sono, intanto, iniziate le lezioni. Martedì c’è stata un’assemblea con le quasi duecento matricole del corso di laurea. Sono stati presentati i percorsi di studio. I ragazzi hanno mostrato preoccupazione per il ritardo con il quale è iniziato il semestre che creerà problemi al momento degli esami. «Le preoccupazioni – ha dichiarato il rappresentante degli studenti in seno al consiglio di facoltà Paolo Pavia – sono reali e riguardano sia gli aspetti logistici e organizzativi che le prospettive del corso di laurea. Il preside, con una provocazione, si è detto disponibile a trasferire da subito la facoltà a Catania. Ritengo – aggiunge – che si tratti solo di una provocazione e come tale vada intesa. Come studenti abbiamo, però, bisogno di certezze. In troppi sottovalutano il fatto che c’è una convenzione che impegna tutte le parti a mantenere i corsi di laurea dell’Università di Catania a Ragusa sino al 2014. Noi siamo pronti a batterci per tutelare tutti gli studenti e, in particolare, i fuori sede che hanno scelto Ragusa per conseguire la laurea. In molti hanno pagato a vuoto due mesi di affitto, qualcuno ha anche acquistato una casa a Ibla. Non permetteremo che si continui a giocare sulla pelle degli studenti e delle loro famiglie. Chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di poter studiare con serenità, senza che le tensioni che riguardano gli organi istituzionali si ripercuotano sulla qualità dei servizi, dell’insegnamento e della ricerca».

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