Pozzallo. Saipem vuole comprare Socotherm

Saipem, il grande contractor dell’ industria petrolifera avrebbe messo sotto osservazione la Socotherm spa. La società del gruppo Eni sarebbe interessata ad una joint venture col gruppo Soave, motivata dal timore che Socotherm possa finire nelle mani di un grande competitor di Saipem. Possibile interesse anche di Riveco Generalsider s.p.a, competitor di Socotherm nella produzione di pipeline offshore, all’acquisizione dello stabilimento di Pozzallo. A parlare è Giuseppe Scarpata, neo segretario Uilcem Ragusa. 

L’ esito dei due progetti è legato a doppio filo a due passaggi delicati. Primo, che la Socotherm, tra i leader mondiali nel rivestimento di tubazioni per l’ oil&gas, ottenga dal tribunale di Vicenza l’ ok al concordato preventivo richiesto a luglio. Secondo, che l’ assemblea dei creditori (soprattutto banche che vantano crediti per circa 200 milioni) accetti la proposta di ristrutturazione del debito con rimodulazioni e stralci. Saipem e Riveco Generalsider s.p.a. intanto stanno alla finestra in attesa che la situazione si chiarisca e si delinei un possibile intervento. 

Intanto Socotherm a  Pozzallo, dopo due anni di attività,  stoppa le produzioni, avvia la procedura di mobilità per i 16 dipendenti, chiude i battenti, saluta il territorio e prende il largo, va via. La multinazionale quotata in borsa ma con fortissime difficoltà finanziarie non ha commesse per Pozzallo e preferisce mantenere in marcia lo stabilimento di Adria.

“Socotherm non è in grado di far fronte ai debiti di cassa, ha messo in vendita pezzi della sua industria all’estero, riorganizza Adria -che passa da 230 unità lavorative a 119- e chiude Pozzallo -spiega Giuseppe Scarpata, segretario Uilcem Ragusa-. Questa è la triste realtà di Socotherm,  dove la sommatoria quasi aritmetica di strategie fallite e avventate -un piano industriale annunciato e mai messo in campo, una rinuncia al finanziamento pubblico di 15 Ml di euro di cui 2/3 a fondo perduto (Socotherm ha usufruito solo dei 6.6 ML iniziali per lo start up delle produzioni), uno stabilimento che nasce per grandi commesse ma che di fatto produce solo debiti, una plusvalenza di manodopera assunta per ordinativi in assegnazione e mai andati in produzione- ha generato una falla nel conto economico dello stabilimento pozzallese che difficilmente potrà essere risanata.”

“La ristrutturazione finanziaria del gruppo è tuttavia in corso -280 Ml di debiti da saldare, di cui 200 contratti solo in Italia- ardua da gestire e dalle evoluzioni incontrollabili. Per Pozzallo, all’orizzonte delle scelte aziendali, è cessione dell’attività lavorativa e basta. La presentazione del piano di mobilità per i 16 dipendenti uccide le speranze dei lavoratori e scrive la parola fine al sogno industriale di Socotherm in Provincia di Ragusa.

Occorre tenere in qualche modo legati i lavoratori all’azienda, congelarli in mobilità non ha senso, magari aggiornando il periodo di Cassa integrazione, in attesa di altri eventi, o meglio, altri acquirenti. Questo abbiamo chiesto a Socotherm alla presenza di Confindustria Ragusa, questa è l’unica via percorribile tracciata dal sindacato”.

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