UDC DI MODICA. IL VICE SEGRETARIO RIZZONE: “CI SIAMO ANCHE NOI”

“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai le primavere”. E’ con questa citazione di Pablo Neruda che il vice segretario cittadino dell’Udc, Papè Rizzone, irrompe ancora una volta sulla scena politica modicana, con un’analisi lucida che è oramai suo solito. Una citazione che sembra voler lanciare messaggi subliminali. Un “ci siamo anche noi, siamo ancora qui, a voler dire la nostra” che appare lanciato non solo all’indirizzo della maggioranza consiliare, ma anche degli alleati di centrodestra ed a tutta la città. “L’Udc a Modica resiste, non viene messa all’angolo – sottolinea Rizzone -, ma si evidenzia che spesso viene sopraffatta da una maggioranza che sulla disattenzione altrui ha costruito questa amministrazione comunale. L’Udc è un partito moderato, oggi posizione d’opposizione, ma che – continua ancora il vicesegretario dell’Unione di Centro modicano – vuole presentarsi alla città con progetto territoriali e spingere l’attuale amministrazione alla soluzione delle grosse problematiche. Per questo – anticipa – a giorni presenteremo alla cittadinanza, un programma a difesa della città e dei cittadini, in quanto vogliamo fare leva sulla sensibilità di quanti hanno a cuore la rinascita di Modica”. Rizzone parla di “rinascita” in quanto, quello che la città della Contea sta attraversando, è un periodo “buio”. “Modica è diventata goffa – dice Rizzone -, paesana, mette malinconia e suscita anche indignazione. Questo a causa di due culture politiche diverse che hanno stretto alleanza per reggerne le sorti. Un’alleanza che però non ha generato nuovi percorsi di economia, sviluppo, servizi, piano traffico, parcheggi e quant’altro occorre per rendere fruibile ed accettabile la vivibilità in questa splendida città”. La riflessione pubblica di Rizzone arriva dopo quello che lui stesso definisce un “lungo periodo di allontanamento dall’Udc” ed è una riflessione suscitata dal “non riuscire a sopportare l’immobilismo amministrativo. Comprendiamo – dice – che amministrare un Comune oggi è laborioso e difficile, specie senza ricevere gli accreditamenti di somme da parte dello Stato e della Regione, ma la macchina amministrativa non può e non deve restare al palo a guardare gli eventi”.

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