Il nome di Modica balza in risalto nell’operazione antiprostituzione “Pretty Woman” eseguita dai carabinieri di Agrigento, e questo perché tra le persone coinvolte nell’inchiesta figura il nome di Adele Galfo Ansaldi, 45 anni, originaria di Siracusa, ma da decenni residente nella città della Contea. Ieri mattina i carabinieri agrigentini coadiuati dai colleghi di Modica hanno notificato all’interessata il provvedimento restrittivo ovvero l’ordine di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora a Modica. La donna ha precedenti per droga e su questo fronte da anni non si è più vista coinvolta nella maniera più assoluta. Dopo un periodo in cui era stata al centro della cronaca, Adele Galfo Ansaldi, era tornata alla ribalta la scorsa estate. Il 7 luglio era stata arrestata dalla polizia in Contrada Scardacucco per violenza e minaccia, resistenza a un pubblico ufficiale e lesioni personali. Con il giudizio abbreviato, richiesto dal suo difensore, l’avvocato Ignazio Galfo, era stata condannata a quattro mesi di reclusione e rimessa in libertà. Era stata bloccata da una pattuglia di polizia allertata da segnalazioni di residenti per presenze sospette. Alla vista degli agenti si era nascosta insieme ad altre due donne in un garage. A questo punto la Galfo Ansaldi aveva perso il controllo lasciandosi andare ad accuse e minacce prima di passare alle vie di fatto. Quando gli agenti erano riusciti a riportarla alla ragione, era stata accompagnata in Commissariato ed arrestata. Pochi giorni dopo era nuovamente finita al centro dell’attenzione. La polizia, infatti, l’aveva denunciata per una questione che oggi e direttamente coincidente con l’operazione “Pretty Woman”. Gli agenti avevano ipotizzato nei suoi confronti la gestione di un giro di giovani donnine a luci rosse. Era stata denunciata, infatti, per sfruttamento, agevolazione ed induzione alla prostituzione. Tutto era scaturito da un’indagine della sezione di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Modica, coordinata dal vice questore aggiunto, Maria Antonietta Malandrino, che aveva portato alla scoperta di una fitta rete di contatti avuti dalla donna la quale avrebbe procurato clienti ad alcune ragazze che si sarebbero prostituite a Ragusa. La polizia aveva ritenuto che fossero diverse le giovani che si prostituivano con uomini che sarebbero stati “procurati” dalla quarantacinquenne. Una delle ragazze interessate, catanese, era stata individuata. Secondo quanto era stato accertato, la donna dopo avere “fornito” il cliente, avrebbe incassato il corrispettivo della prestazione sessuale e, successivamente, avrebbe pagato la percentuale (50%) alle ragazze. L’avvocato Galfo si limita ad annunciare ricorso al Tribunale del Riesame.
OPERAZIONE “PRETTY WOMAN”. PER LA MODICANA GALFO ANSALDI OBBLIGO DI DIMORA
- Novembre 10, 2009
- 10:09 pm
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa