IN CANTIERE L’IDEA DI CREARE UN SECONDO COMUNE. NASCE IL COMITATO MODICA CITTA’ GIARDINO

Venezia e Mestre. La prima è interamente dedicata al turismo, alla cultura, all’arte ed alle tradizioni, la seconda è invece dedita all’industria, all’economia, allo sviluppo. Potrebbe accadere questo anche al territorio di Modica. Almeno stando all’idea del costituendo comitato “per Città Giardino” che nascerà ufficialmente il prossimo 12 dicembre ma che rende già pubblica la propria idea, forse romantica e “folle” ma di certo non irrealizzabile: distaccare un’ampia porzione di territorio modicano per costituirvi un nuovo Comune, il tredicesimo della provincia di Ragusa. “Chiamateci folli e rideteci pure dietro – dicono dal comitato – ma noi crediamo in quello che stiamo facendo! Immaginiamo infatti una nuova città che comprenda l’attuale quartiere Sacro Cuore, il Polo commerciale, la zona nuova della città, che veda, a monte, Cava Ispica e come sbocco a mare Maganuco, comprendendo anche Cava dei Servi e la valle del Tellesimo. Si tratta di un territorio che, secondo i nostri studi già avviati, conta una popolazione residente di circa 22mila abitanti”. E Modica? “Non siamo secessionisti, ma anzi amiamo Modica. E’ per questo – spiegano – che la immaginiamo interamente dedicata alla valorizzazione dei beni culturali, architettonici ed immateriali che essa possiede e che, oggi, non possono venire sfruttate al meglio. Modica Alta e Modica Bassa potrebbero infatti sentirsi sgravate del “peso” di quella porzione di territorio votata al commercio ed allo sviluppo. Di contro la nuova città potrebbe sfruttare al meglio, come risorse turistiche, Cava Ispica e Maganuco, oggi fagocitate tra barocco, Unisco e cioccolato”. Un altro palazzo di Città, altri uffici comunali ma non, ad esempio, altri dipendenti comunali. “Nessuno spreco, anzi uno sgravo – spiegano -. Le normative prevedono ad esempio che ci sia una spartizione dei dipendenti comunali tra il comune cedente e la nuova città. Modica ne gioverebbe!”. Follia, provocazione o ipotesi concreta? La nuova città fa già discutere.

L’ipotesi di una nuova città non è irrealizzabile né estremamente difficile, a livello procedurale, da raggiungere. Serve infatti, di base, una petizione firmata da un terzo della popolazione residente nel territorio che richiede l’autonomia (secondo i calcoli del comitato promotore, servirebbero circa 8mila firme). Fondamentale anche una mappatura del territorio della nuova città, parte integrante di un progetto che, per quindici giorni, andrà affisso all’albo comunale e sul quale sarà chiamato a pronunciarsi il consiglio comunale, con un parere non vincolante. Successivamente deve essere inviato all’assessorato regionale degli enti locali a cui spetta verificarne la legittimità. A quel punto sarebbe indetto un referendum tra i residenti del territorio interessato. Qualora la maggioranza più uno degli aventi diritto esprimesse parere favorevole, la Regione avrebbe in mano un disegno di legge di iniziativa popolare per la costituzione di un nuovo Comune dello Stato italiano. Spetterebbe quindi alla Regione inviare un Commissario per le procedure necessarie alla costituzione dell’apparato burocratico e di quelle propedeutiche all’indizione delle elezioni amministrative che doterebbero “Città giardino” di un Sindaco e di un consiglio comunale composto da 20 eletti.

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