Si è svolto a Catania, presso il Palazzo Platamone, un altro degli appuntamenti di questo anno 2009 dedicato a Raffaele Poidomani. Perché in questa città apparentemente lontana dalla sua vita a Modica? Perché Raffaele Poidomani trascorse alcuni anni a Catania, e a Catania dedicò anche un libro di racconti, ora riprodotto in forma anastatica dall’Associazione culturale “Touché”. La conversazione, come è stato definito l’evento, dopo il saluto dell’Assessore alla cultura del Comune di Catania, On. Prof. Fabio Fatuzzo, ha visto protagonisti il giornalista RAI Angelo Di Natale, Salvatore Scalia, caposervizio Cultura e spettacoli del quotidiano “La Sicilia”, Matilde Russo, docente di Storia dell’arte nonché membro del FAI catanese. Un contributo è stato dato anche da Franco Ruta, esponente di spicco del Caffè Bonajuto, amico di Poidomani, Luigi Calabrese, socio della Libreria Antiquaria Prampolini e Carmelo Arezzo, il quale impossibilitato a venire, ha mandato un contributo scrittorio, lanciando un’interessante proposta sulla creazione di un “parco letterario” di e su Poidomani che valga a scoprire i luoghi del suo tempo, quelli del suo dolore e quelli delle sue leggerezze. Fondamentale, per gustare le parole di Poidomani, l’intervento degli attori Marcello Perracchio e Marcello Sarta, i quali hanno letto brani tratti da “Catania giorno e notte”. Il primo ha letto “Il febbraio di Carlo Levi” e “Mariantonia” uno dei capolavori letterari tratto dalla raccolta “Tempo di Scirocco”, il secondo, in maniera come di consueto istrionica e beffarda, alla maniera poidomaniana, “Via Maddem”. Ognuno dei relatori ha dato, a suo modo, un contributo al fine di sviscerare in profondità sia l’autore che l’opera. Salvatore Scalia ha dipinto il Poidomani-narratore come un decifratore della realtà, che non rimpiange la grandezza di una classe destinata irrimediabilmente alla caduta, ma ne mette anzi in mostra la grettezza. Il Poidomani-giornalista è, invece, colui che ha scritto articoli in cui emergeva fortemente la modernità delle tematiche rispetto alla novellistica degli anni ‘50 e ‘60 alla maniera verghiana. Infine, il Poidomani-storico che Scalia avvicina a Sciascia dei saggi più felici. Dell’opera poidomaniana in questione, Scalia nota come l’autore riesca a far emergere una Catania dallo spirito levantino, una Catania che vuole rinascere, è la città colta nella fase di ricostruzione, è una città effervescente. Molto interessante anche la lettura, sotto un’altra angolazione di Matilde Russo, la quale ha messo in evidenza come la Catania descritta da Poidomani sia una città di contrasti: il bianco e il nero, il giorno e la notte, il mare e il vulcano, l’aristocrazia e il popolo. Questo procedere per contrasti è chiarissimo nel primo dei brani dell’opera poidomaniana, “Le due ville”, dove lo scrittore descrive Villa Pacini e Villa Bellini, la prima è definita “piccola e malinconica, triste come un caffè periferico… è una villa vecchia, grigia, con tutte le amarezze di un pensionato dello Stato di categoria C. Porta le stesse caratteristiche: umile, timida, raccolta… una entraineuse matura, una ballerina da “Moulin Rouge” che un giorno godette i favori del principe e ora, anziana, si trascina senza gloria, inseguendo immaginari ricordi”. La seconda invece: “la folla va e viene, sciama, passa, in un mare di sole e di verde, veramente un inno greco alla luce dell’antica e perenne Catania… la primavera appariva improvvisa come una fiaba e distendeva un velo di viole sulle aiuole attorno alle palme, multicolori copriletto di fior. Una è la parente povera e l’altra quella ricca… immaginiamo almeno poter camminare su quest’ultima come se fosse nostra; illusoria proprietà divisa a innumerevoli cittadini per un bene d’uso che valga la pena di rispettare”. Se c’era di bisogno, quest’ulteriore appuntamento ha confermato la grandezza di uno scrittore, relegato ancora tra le pagine della letteratura sommersa. Di certo, così come i “grandi” della letteratura hanno parlato del potere della parola scritta, la quale conferisce immortalità, Catania in questo caso è debitrice al nostro Poidomani di aver immortalato i propri luoghi, le persone, certi eventi. Ciò che egli dice a proposito di Villa Bellini può fungere da monito universale, perché ogni cittadino ami la propria città con la cultura che essa ha prodotto: “Difendiamola come la fotografia ingiallita della nonna o i vecchi paralumi fatti di cartoline illustrate”. Gli eventi dedicati a Raffaele Poidomani continuano il prossimo 28 novembre con la cena teatralizzata, tratta dal racconto goliardico/culinario “Un’amicizia distrutta”. La cena sarà preparata dallo chef Ciccio Sultano del ristorante Duomo a Ragusa Ibla e, come lui solo sa fare, creerà un menù di pietanze gustose e raffinate che verranno accompagnate da un’attenta selezione di vini di pregiate cantine. Il tutto si intreccerà con la piéce teatrale a cura dell’attore e regista Marcello Sarta della Compagnia del Piccolo Teatro. Sarà un’occasione unica per intraprendere un viaggio emozionale tra i piaceri del palato e la passione letteraria. Lo chef Ciccio Sultano, mostrando alta sensibilità sociale, ha deciso di devolvere parte del ricavato in beneficenza all’Associazione "Piccolo Principe" di Ragusa. Per info e prenotazioni contattare il 333.48.94.564
BIZZARRO, ISTRIONICO, DISSACRATORE, IRONICO, PUNGENTE: E’ SEMPRE LUI LO SCRITTORE MODICANO RAFFAELE POIDOMANI NON DI “CARRUBE E CAVALIERE” MA DI “CATANIA GIORNO E NOTTE”.
- Novembre 13, 2009
- 9:08 pm
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