Come un tesoro prezioso, attaccato dai pirati, così tutti si prodigano, solo adesso, a difenderlo. L’oro nero di Modica potrebbe essere in pericolo. Il cioccolato modicano, dopo la nostra denuncia circa la presenza in commercio di barrette etichettate come “cioccolato di Modica puro” ma prodotte in un laboratorio industriale di Bronte, torna ad essere sulla bocca di tutti. Sembra infatti che sia suonata la sveglia per chi di competenza e la domanda: “perché manchi ancora quel marchio Igp che potrebbe garantire, preservare e tutelare il cioccolato artigianale modicano?” è risuonata nelle stanze dei bottoni. Così come si è udito il suono tonfo dei pugni sul tavolo sbattuti dal Consorzio di tutela del cioccolato modicano. E’ stato il presidente dell’organismo, Tonino Spinello, ieri mattina ad inviare una lettera al presidente della Camera di Commercio di Ragusa, Pippo Tumino, in cui “alla luce delle notizie di stampa, si chiede un incontro teso a chiarire lo stato dell’iter per il riconoscimento Igp”. Un incontro programmato poi, da una interlocuzione tra i due vertici, per la serata di oggi, alla presenza anche della rappresentanza politica e della Cna. E sempre nella mattinata di ieri, il presidente Spinello, ha anche incontrato l’assessore provinciale allo Sviluppo Economico, Enzo Cavallo. “Dall’incontro – ha dichiarato l’assessore Cavallo – sono emerse delle difficoltà di carattere burocratico che la Camera di Commercio di Ragusa sta cercando di superare nella fase dell’istruttoria dell’iter. Si tratta infatti di una difficoltà legata proprio alla produzione del cioccolato, condizione che non si verifica dunque per altri prodotti”. Sembra infatti che l’intoppo stia in alcune clausole obbligatorie per ottenere l’Igp. Pare infatti che il “cioccolato” non venga riconosciuto tra le categorie di prodotti a cui poter assegnare l’importante marchio, alla luce anche di alcune restrizioni imposte negli ultimi anni dalla Comunità Europea. “Purtroppo si è perso tempo – ammette il presidente Spinello -. Siamo stati “vittime” della burocrazia, del cambio dei funzionari al Ministero, di traslochi di uffici che hanno fatto “smarrire” documentazioni, di diverse interpretazioni o anche di documenti finiti sotto faldoni o addirittura sotto le sedie! Il tempo gioca contro di noi e, secondo me – dice ancora – c’è anche qualcuno, a Modica, che rema contro”. Riferimenti? Si potrebbe pensare a Franco Ruta, titolare dell’Antica Dolceria Bonajuto e da qualche anno “fuori per propria volontà” dal Consorzio. Ma Spinello nega. “No, non è Ruta, ci mancherebbe” assicura. Ma la mattinata di ieri ha registrato anche l’incontro tra l’assessore Cavallo ed i funzionari della Camera di Commercio, proprio per comprendere quali leve azionare per sveltire l’iter e giungere all’obiettivo finale. “Ho registrato la più ampia disponibilità da parte della Camera di Commercio, così come dal Consorzio di Tutela – ha detto ancora Cavallo – per concordare una serie di iniziative pe giungere quanto prima alla definizione dell’assegnazione del marchio Igp. È questa infatti l’unica condizione per evitare che possano ancora verificarsi questi spiacevoli contrattempi – dice Cavallo -, che danneggiano sia i produttori che i consumatori, ignari di pagare prezzi eccessivi per un prodotto di incerta derivazione e qualità”. E gli “spiacevoli contrattempi” denunciati dal Gds, hanno fatto anche intervenire il vicepresidente del consiglio provinciale, Sebastiano Failla che il capogruppo dell’Udc in seno all’assise provinciale, Bartolo Ficili. Failla ha proposto un ordine del giorno teso a sbloccare l’iter, mentre Ficili ha chiesto di accelerare l’azione per tutelare “un prodotto a cui è legata – hanno detto entrambi – non solo l’immagine di Modica ma di tutta la provincia”.
CIOCCO TAROCCO. MODICA, IL GIORNO PIU’ LUNGO
- Novembre 19, 2009
- 12:58 am
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