INCHIESTA SUI DIPLOMI FACILI. IL GUP DI MODICA FISSA PER APRILE 2010 PROCESSO CONTRO I 93 INDAGATI

Sarà un maxi processo con 93 richieste di rinvio a giudizio. Fissato per l‘otto aprile 2010 il processo davanti al Gup del Tribunale di Modica dei cosiddetti “diplomifici”, scaturito dall’inchiesta avviata in relazione agli esami di maturità del 2005 tenuti negli Istituti tecnici commerciali parificati “Europa” di Modica, “Marconi” di Vittoria e “Gentile” di Vizzini. Davanti al magistrato dovranno comparire 31 studenti e 62 tra dirigenti, amministratori, dipendenti, collaboratori dei tre istituti e 24 docenti, membri delle tre commissioni degli esami di Stato. Due erano presiedute da Antonino Nasisi ed una, quella dell’istituto Europa, da Giorgio Spadaro. Per i commissari, accusati di avere ammesso candidati che avevano frequentato solo pochi giorni durante l’anno scolastico, e in qualche caso di avere violato il limite del numero massimo consentito per ogni commissione, l’imputazione è abuso d’ufficio. Più pesante quella contestata ai coniugi Sebastiano Mignacca e Giovanna D’Izzia, amministratori unici della società ‘Ge.Ma.D’ srl che gestiva gli istituti di Modica e Vittoria, e della ‘Si.Pla.S’ srl che gestiva l’istituto di Vizzini. I due, insieme al figlio Vincenzo Mignacca, collaboratore di segreteria dell’Istituto Europa, e ad altre 17 persone, devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata «alla consumazione di un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica». L’imputazione riguarda dirigenti scolastici, titolari di centri di preparazione agli esami e procacciatori di alunni tra cui una dipendente del Magistrale di Vittoria, Esterina D’Izzia, la quale, secondo l’accusa, avrebbe segnalato quelli bocciati nella scuola pubblica alla sorella Giovanna e agli istituti gestiti dal cognato, Sebastiano Mignacca. Quest’ultimo, insieme a due impiegate dell’Istituto Europa, Sonia Gerratana e Rosanna Spadaro, è accusato anche di truffa perché avrebbe preso 2 mila euro da una candidata facendole credere di essere presentata agli esami come interna, mentre in realtà era esterna. Ad alcuni studenti, provenienti da varie province della Sicilia e della Calabria, e ai preparatori scolastici sono contestati i reati di falsità ideologica e uso di atto falso. Nella prova di italiano e in quella di economia aziendale – secondo quanto emerso dalle indagini coordinati dalla Procura della Repubblica di Modica – furono introdotti in aula elaborati ad hoc ricopiati dai candidati o presentati direttamente.
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