"L’elogio del bello sembra che a Vittoria sia stato dimenticato. Ad onor del vero non siamo mai stati cultori sopraffini dell’ “effimero” o dotati di una attenzione particolarmente elevata verso l’esercizio della bellezza". Sono parole del consigliere comunale, Pippo Mustile. "La bellezza architettonica dei primi del novecento è stata l’ultima scintilla di un popolo che ha negli ultimi decenni dimenticato il rapporto profondo ed indissolubile esistente tra i luoghi ed i suoi abitanti – dice ancora -. Un degrado lento e continuo ha ormai fortemente abituato gli animi dei vittoriesi che sembrano arrendersi di fronte alla bruttezza dei propri spazi. I luoghi collettivi non sono più abitati e quindi, automaticamente, non sono più da curare. Non ci facciamo più caso; non vediamo più quanto sta avanzando lo squallore che, senza bussare, ci entra dentro profondamente, nell’animo, e ci modifica nei comportamenti e nelle relazioni. Sembra siamo paralizzati ed anestetizzati rispetto alle visioni quotidiane di piazze, marciapiedi, strade, monumenti orrendamente mutilati e violentati dalla plastica, dalle carte, dalle bottiglie di vetro, dalle immondizie, che spavaldamente hanno conquistato i luoghi pubblici della nostra città consegnandola, rassegnata, alla bruttezza. Quanto può incidere l’immagine di un marciapiede sporco o di una piazza anonima e senza anima nel determinare un comportamento violento e aggressivo (che sono in rapidissimo aumento in questi ultimi tempi)? Se i nostri occhi si stanno abituando a queste immagini senza sviluppare gli anticorpi, dobbiamo preoccuparci di quanto si sta modificando il nostro modo di “abitare” la città. Il brutto ci consegna irrimediabilmente – prosegue Mustile – alla violenza ed alla anomia; vivere in un ambiente degradato equivale a vivere in un paese senza storia e senza radici, consegnato alla rinunzia della bellezza. Non è solo un problema della politica o dell’amministrare la cosa pubblica ( certo, si potrebbe e si dovrebbe fare di più); è soprattutto uno sprofondare, un lasciarsi andare del singolo cittadino che erigendo mura sempre più alte, si isola dal resto della communitas, perdendo ogni giorno pezzi di speranza verso il cambiamento, sottoscrivendo una resa che ha il sapore anticipato ed amaro della sconfitta. Verso tutto questo – conclude Pippo Mustile – occorre progetto ed impegno, fatica ed amore quotidiano, perché se amiamo il bello per le nostre case non possiamo rassegnarci a vivere in un “salotto comune” che non sia pulito e bello tanto quanto quello nostro.
VITTORIA. PIPPO MUSTILE: “Il “brutto” avanza….riusciremo a fermarlo?”
- Dicembre 3, 2009
- 9:33 am
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