Chiaramonte Gulfi, i carabinieri sfrattati

Il motto "la legge è uguale per tutti" regna sovrano nel comune montano. Se i Carabinieri di Chiaramonte Gulfi, o per meglio dire la Prefettura di Ragusa, non intende adeguare il canone d’affitto mensile, il Comune si rivolge alla Magistratura per chiedere il rilascio dei locali per fine contratto di locazione. Il Tribunale ibleo, visto che si tratta di un servizio importante per la collettività, ha dato tempo fino al 10 marzo ai militari per lasciare i locali di via Alcanata. "Per me si è trattato di un atto dovuto – afferma il sindaco Giuseppe Nicastro la vertenza è iniziata nel 2002, qualche mese dopo il mio insediamento. Ho chiesto alla Prefettura di adeguare il canone annuale di appena tremila euro. Allora mi è stato detto che dovevo inviare la disdetta un anno prima della scadenza del contratto, ovvero entro il 31 dicembre 2001, in mancanza di questo atto il contratto di affitto si era già rinnovato automaticamente per altri sei anni. Due anni fa, forte della prima esperienza, un anno prima del 31 dicembre 2008, ho inviato la disdetta alla Prefettura, comunicando il provvedimento – afferma il sindaco Nicastro – anche al comando dei Carabinieri ed alla Questura perché il Comune non può restare senza presidio dei militari. Insieme alla richiesta di rilascio dei locali per fine contratto, ho avanzato anche la proposta di adeguamento del canone da 3.000 a 19.000 euro all’anno, prezzo stimato dai tecnici, ma non ho ricevuto risposte. Il mese scorso mi sono dovuto rivolgere al Tribunale per ottenere il rilascio dei locali, anche perché devo fare gli interessi del Comune che amministro e rendere conto delle entrate e delle uscite alla Corte dei Conti visto che per ristrutturare l’immobile, – afferma il sindaco di Chiaramonte – che ospita anche il garage e gli appartamenti di servizio dei Carabinieri, nel 2002 ho speso 62 mila euro e fino a pochi giorni fa il Comune ha dovuto sostenere altre spese per rifare il bagno. Che succederà adesso? Non tocca a me rispondere. I Carabinieri hanno ancora tre mesi di tempo per trovare altri locali a Chiaramonte per non lasciare sguarnito il paese. A mio giudizio – afferma Nicastro – difficilmente troveranno locali adeguati al canone che pagavano al Comune, appena 250 euro al mese per un immobile su più piani, già ristrutturato". La corsa contro il tempo, quindi, è iniziata. Si deve fare in fretta a trovare i locali visto che successivamente si dovrà affrontare anche il trasloco. In alternativa ci sarebbe sempre l’offerta avanzata dal Comune di Chiaramonte di adeguare il prezzo di affitto. Anche se non è certo che a distanza di oltre un anno rimanga ancora valida.

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