Vertenza rinnovo contratti di lavoro pubblici comparti autonomie locali e sanità.

Il 27 novembre scorso le Segreterie Nazionali dedi Cisl e Uil hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori di tutto il comparto pubblico, dopo aver preso atto che era rimasta inascoltata la richiesta di confronto, presentata nel mese di settembre al Governo Nazionale ed a tutte le Istituzioni locali, le Regioni, l’ANCI e l’UPI, finalizzata a ricercare un percorso unitario per il rinnovo dei contratti nazionali 2010-2012. E ciò nonostante, nell’occasione, fosse stata manifestata la convinta disponibilità del sindacato a gestire una fase di straordinaria partecipazione e responsabilizzazione dei lavoratori pubblici al cambiamento e ribadito l’intenzione di voler dare un contributo per cercare di riaffermare la fiducia della collettività nell’operato delle pubbliche amministrazioni e per restituire valore alla figura del lavoratore pubblico. "Con la mobilitazione dei lavoratori – dicono le due sigle sindacali – riteniamo di dover richiamare alle proprie responsabilità non solo le istituzioni nazionali, ma anche tutti i gestori dei servizi pubblici a livello locale, sensibilizzandoli affinchè, proprio nel luogo dove si gestiscono le risorse e si erogano i servizi, in un’ottica di vero federalismo, possano reperire, con la lotta agli sprechi, i risparmi di gestione e l’eliminazione delle consulenze inutili, le risorse necessarie per rispettare gli accordi e finanziare i nuovi contratti. Quello che chiediamo, infatti, è: • Il rispetto dei contratti di lavoro nazionali 2008/2009, già sottoscritti, e l’esigibilità immediata delle risorse aggiuntive già previste; • L’individuazione e l’accantonamento delle risorse per il CCNL 2010-2012, sia nella legge finanziaria, che nei bilanci delle Regioni e degli Enti Locali; • L’avvio immediato di un confronto vero e partecipato con il Governo, le Regioni e le Autonomie Locali per la qualificazione dei servizi ed il buon lavoro pubblico attraverso l’individuazione di sprechi, inefficienze e costi inutili. Secondo noi, il processo di riforma, appena avviato con l’entrata in vigore del Dlgs 150/09, per poter esplicare i suoi effetti sulla pubblica amministrazione dovrà coniugarsi non solo con l’attuazione dell’Intesa del 30 aprile scorso sul nuovo modello contrattuale, che, pur essendo già efficace per le amministrazioni centralizzate, deve ancora essere estesa alle autonomie locali e alla sanità, ma anche con la stipula dei nuovi contratti di lavoro, i quali, incentivando la partecipazione e la contrattazione decentrata, oltre a tutelare le retribuzioni dei lavoratori, potranno determinare una più efficace erogazione dei servizi all’utenza. Inoltre, ferma restando la necessità di reperire le risorse necessarie al finanziamento dei nuovi CCNL, previste nella finanziaria ancora in misura pari all’indennità di vacanza contrattuale e tuttora da accantonare nei bilanci delle amministrazioni non centralizzate, occorre poi che in tempi brevi l’ARAN sia messa in condizioni di operare, che siano ridisegnati i nuovi comparti contrattuali e che siano impartite le direttive per i rinnovi contrattuali. Ma, poichè nulla di tutto ciò fino ad oggi è stato attuato, richiamiamo il vostro impegno ad una forte sollecitazione nei confronti del Governo, delle Regioni (tramite l’Assessore alla Sanità), dell’ANCI e dell’UPI che sia finalizzata a dare una rapida soluzione ad una vertenza che non può non trovare la piena adesione e la condivisione di tutti gli attori che saranno chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nel processo di riforma del settore pubblico".

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