MODICA. LA CGIL CONTRARIA ALL’ISTITUTO DELLA MOBILITA’ PER IL PERSONALE DELLA MULTISERVIZI

La Cgil ribadisce con fermezza la propria contrarietà al diffuso e ampio utilizzo dell’istituto della mobilità per il personale dipendente della Società Modica Multiservizi, quale misura principe attraverso cui, da un lato, porre le condizioni per avviare la liquidazione la società stessa e, dall’altro, operare economie sul bilancio comunale. “Come espressamente affermato sia nei tavoli ufficiali di confronto sia nelle diverse occasioni – dice il segretario Salvatore Terranova – la Cgil ha manifestato, da almeno un anno e mezzo, la disponibilità a sottoscrivere un accordo che prevedesse solo la mobilità per quanti, per condizione anagrafica o contributiva, potessero beneficiare di tale ammortizzatore sociale per alcuni anni per poi approdare in maniera non traumatica alla pensione e ha contrastato in modo netto e determinato la posizione che l’amministrazione sembrava aver definito all’inizio del suo mandato: quella cioè di propendere per una soluzione unica incentrata sulla messa in mobilità di tutto il personale in forza all’azienda. A distanza di molti mesi quella iniziale posizione sulla società sembra riaffacciarsi, nel senso che, oltre alla mobilità per le unità che potranno poi beneficiare della quiescenza, pare verosimile pensare che l’amministrazione stia riesumando l’idea di estendere detto ammortizzatore anche al gruppo di (all’incirca altri 30) lavoratori ex-lsu, che risulterebbero incollocati a seguito della ristrutturazione dei contratti dei servizi da riaffidare alla società”. Se ciò dovesse costituire fatto reale, la Cgil ribadirebbe il proprio punto di vista negativo alla scelta della mobilità diffusa e porrebbe al tavolo del confronto una proposta che si sostanzia in due punti fondamentali: prima che si adotti la mobilità e non dopo, verificare da subito quali enti della provincia siano nella possibilità di assumere a tempo indeterminato il personale ex-lsu in eccedenza. Se c’è la disponibilità di altri enti, allora avviare le procedure di trasferimento di detto personale; se non dovesse esserci alcuna possibilità al trasferimento, l’Amministratore Unico si faccia parte attiva nei confronti dell’Amministrazione per definire un serio progetto di utilizzo all’interno della società del personale in eccedenza, per garantire l’occupazione di questi lavoratori impiegandoli in settori in cui il comune ha carenze. Il comune ha quotidianamente bisogno di piccole ma importanti manutenzioni ordinarie cui potrebbe ovviare con un gruppo ben attrezzato al servizio della città . “Non si possono mettere a rischio tante famiglie in un momento particolarmente difficile per il tessuto economico- produttivo della città – conclude Terranova – con scelte che amplificano il malessere sociale. Su questo si fa appello alla sensibilità del sindaco e di tutta l’amministrazione perché vengano incontro alle richieste dei lavoratori interessati.
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