Si sblocca, finalmente, la vicenda dell’imprenditore modicano Raffaele Di Grandi, deceduto lo scorso 18 dicembre e tutt’ora rinchiuso in una cella frigorifera dell’obitorio del Cimitero di Ragusa Ibla. Dopo che la Procura della Repubblica di Ragusa aveva preso tempo sulla richiesta avanzata dai legali della famiglia della vittima, decidendo solo quattro giorni fa di affidare l’autopsia al medico legale, Vincenzo Cilia, erano sorte altre difficoltà. Nella sostanza non si era riuscito a reperire un cardiologo disposto a presenziare alle operazione peritali. Finalmente nelle scorse ore è stato individuato il cardiologo catanese Consolo che domattina alle 10 sarà a Ragusa quando, dopo il conferimento dell’incarico parteciperà insieme al dott. Cilia, all’esame autoptico che dovrà stabilire le cause che hanno determinato la morte del cinquantatreenne modicano avvenuta nel corso di un intervento di angioplastica all’ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa Ibla. In atto la Procura non ha iscritto nessun nome sul registro degli indagati per cui oggi ci saranno solo i rappresentanti di parte civile. Si sono costituiti, infatti, Salvatore Di Grandi, il figlio maggiore della vittima, che è patrocinato dagli avvocati Carmelo Scarso e Giuseppe Pellegrino, e Vincenzo Di Grandi, fratello dell’imprenditore, che ha nominato l’avvocato Carmelo Peluso. In entrambi i casi sono stati indicati due consulenti tecnici di parte, i medici legali Francesco Coco e Lucio Di Mauro. Il decesso era avvenuto venerdì 18 dicembre, poco prima delle 13, nel reparto di Emodinamica dell’«Arezzo». I carabinieri dei Nas, il giorno dopo avevano acquisito la cartella clinica del paziente dopo la denuncia presentata dai familiari dell’uomo. Lesame autoptico intende accertare le cause che hanno determinato il decesso e se esistano responsabilità del personale medico che ha eseguito l’intervento.
LA MORTE DEL MODICANO RAFFAELE DI GRANDI. DOMANI, FINALMENTE, L’AUTOPSIA
- Dicembre 30, 2009
- 11:28 pm
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