Si è svolto in questi giorni un importante incontro presso la Soat 35 (Sezione Operativa di Assistenza Tecnica) di Santa Croce, a difesa e valorizzazione del latte d’asina e derivati. Una tavola rotonda voluta dalla 5a Commissione Provinciale Sviluppo Economico presieduta da Salvatore Mandarà, per dare voce e possibilità di confronto agli allevatori e tecnici del comparto. Tanti i punti all’ordine del giorno: dall’abbattimento dei costi di macellazione alla costituzione della banca del latte asinino, dalla realizzazione di un centro di onoterapia al recupero della razza del suino nero ibleo. Canali questi che esigono interventi urgenti perché dopo il settore agricolo, la spina dorsale dello sviluppo economico della provincia iblea così come della Sicilia in genere, è l’indotto dell’allevamento. “La nostra provincia possiede un patrimonio che ci deriva dal settore zootecnico che è certamente volano dell’economia nostrana – commenta Salvatore Mandarà – ed è per questo che occorre azionare ogni forma di strategia che ne comporti la valorizzazione, soprattutto in un sistema d’integrazione a maglie fittissime, dall’aspetto antropologico a quello naturalistico, visto che abbiamo vaste aree a forte vocazione agro-pastorale, il tutto a tutela della biodiversità animale. Questo significa da un lato identificare e tutelare specie con peculiarità assolutamente uniche, che rappresentano una forte tradizione locale, e dall’altro tradurre queste caratteristiche univoche in prodotti che risultino attraenti per il mercato dei consumatori e dunque economicamente redditizi per i produttori”. Questo incontro ha principalmente voluto fare ricadere l’attenzione su una presenza importante delle nostre campagne e che purtroppo è a rischio estinzione: l’asino ragusano. Gli incentivi che chiedono gli allevatori sia all’Ente Provincia quanto all’Assessorato Regionale Agricoltura è l’abbattimento dei costi di macellazione, in quanto si ritiene insostenibile un costo attuale che va dai 125 ai 135 euro per macellare un asino, così come è stato fatto presente l’aspetto del latte d’asina sia dal punto di vista qualitativo quanto per il costo che deve sostenere il produttore. Infatti va detto che un produttore a fronte di un costo di produzione di 6 euro circa al litro, ha poi la possibilità di rivenderlo solo ad 8 euro a litro, quando al nord allo stesso costo di produzione gli allevatori lo rivendono a 12-15 euro al litro. Divario inaccettabile se si considerano soprattutto le elevate proprietà nutritive del latte, proprio perché ha caratteristiche molto simili a quello umano tant’è vero che un tempo era consuetudine sostituire il latte della madre con quello d’asina. Ecco che una delle richieste provenienti dal mondo della produzione è proprio quella di realizzare una banca del latte asinino, un consorzio che ne garantisca la tutela. Oltretutto come ribadiscono il presidente della 5a commissione Mandarà ed il suo vice Colandonio, l’asino si può utilizzare anche per attività di onoterapia, cioè un complesso di tecniche di educazione e ri-educazione mirato ad ottenere un miglioramento del disagio causato da una molteplicità di agenti patogeni come danni sensoriali, cognitivi, affettivi, relazionali ecc. Ed è per questo che si è parlato dell’opportunità data anche dalla Soat di Santa Croce, di realizzare un centro di onoterapia all’interno dei loro stessi campetti. Un altro elemento della zootecnia iblea che necessita di incentivi al fine di consentirne il recupero e quindi la riproduzione, è la razza del suino nero, dal quale si ricavano il salame e la salsiccia, degni ambasciatori della tradizione della salumificazione soprattutto chiaramontana. Queste dunque le esigenze di una parte dell’indotto zootecnico che sono state oggetto di confronto del quale la 5a Commissione Sviluppo Economico si farà portavoce.
Santa Croce Camerina: Importante incontro a difesa e valorizzazione del latte d’asina e derivati.
- Dicembre 31, 2009
- 11:21 am
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