In vista del dibattito che si svilupperà durante il prossimo Consiglio comunale, convocato anche sulla presenza universitaria, il consigliere comunale Filippo Angelica, di Ragusa Popolare/Udc, auspica un confronto leale che possa andare realmente oltre la semplice dichiarazione di buoni propositi e intenti. Per questo motivo propone alle segreterie politiche una pausa di riflessione che possa portare ad un dibattito più proficuo e non episodico. “L’Università in provincia di Ragusa è ferma al palo – dice Angelica – Spero che durante il prossimo Consiglio si possano affrontare i veri nodi che riguardano la presenza universitaria in terra iblea. E’ inutile continuare a far credere ai ragusani che la responsabilità alla fine riguardi solo i due massimi consessi, ovvero il Consiglio provinciale e quello comunale di Ragusa che tra l’altro sono stati sempre esclusi dalle scelte reali per essere a volte utilizzati come ultrà dell’ultima ora, vedi la manifestazione in piazza Università a Catania davanti al rettorato. Per fare un esempio di come siamo stati tenuti all’oscuro, si sappia che soltanto durante l’assemblea degli Stati Generali che si è tenuta all’Avis, abbiamo scoperto che il laboratorio multimediale di lingue, uno dei più attrezzati e tecnologicamente avanti del Sud Italia, è da parecchio tempo fermo perché pare che qualcuno abbia fatto scomparire i server. Poi ci sono interrogativi senza risposta. Medicina ha chiuso, cosa ne sappiamo dell’attrezzatura costata migliaia e migliaia di euro? Ciò dimostra quanto si sia tentato di lasciare ai consessi provinciale e comunale un’apposita azione residuale sul tema. E oggi, tra la diversificazione interna ai partiti e la carenza di risorse, la politica non vuole decidere o non sa cosa realmente fare. E’ questo il vero problema, la disgregazione dei partiti che fa vedere la presenza universitaria come un piatto per soddisfare gli appetiti. E questo accade mentre l’Università di Catania ci tratta in modo indecoroso mettendo in un cantuccio i nostri valori e la nostra tradizione. Quella stessa Università di Catania che oggi fa la santa, tacendo la pioggia di incarichi che ha dato per progetti speciali a vari professionisti ragusani, con protocolli e studi di fattibilità, creando uno sperpero che adesso dimentica. Per non parlare della clinicizzazione dei reparti ospedalieri con l’imposizione dei primari provenienti da Catania piuttosto che favorire i nostri medici che restavano a casa a fare i disoccupati. Credo che in questo momento la politica abbia perso le redini sull’Università. Parliamoci chiaro, anche nell’esame dell’ultima bozza dello statuto, resta difficile capire come la mano destra non sappia quello che fa la mano sinsitra. E’ mai possibile che a livello provinciale i partiti hanno una posizione, e sempre gli stessi partiti ne hanno un’altra a livello comunale. C’è qualcuno che volutamente intende andare avanti in questo modo? Mi chiedo, allora, perchè siamo arrivati a questo punto. Gli amminitratori di allora hanno svenduto i nostri enti locali e i nostri bilanci all’Universita’ di Catania, firmando convenzioni capestro, tutte a svantaggio del territorio. Oggi ne paghiamo le conseguenze senza che nessuno se ne assuma le responsabilità. Ecco perché credo che oggi dobbiamo metterci in testa che, al di là del lavoro svolto dall’attuale consiglio di amministrazione, la politica debba comprendere che l’Università va gestita in maniera manageriale attraverso una strategia chiara e delinerata, vedi la Kore di Enna dove hanno avuto coraggio e forza inventandosi facoltà alternative e di servizio al territorio. Come si può pensare, invece, a privati che dovrebbero entrare all’interno di una struttura con tanti debiti e senza strategie? Ed allora forse è anche più giusto fermarsi, riflettere, capire realmente i rapporti con Catania, piuttosto che continuare ad accumulare debiti. Concordo con il presidente della Provincia, Antoci, quando in modo responsabile dice che occorre guardarsi attorno senza necessariamente fermarsi alle intese con Catania. Infine, parlare di azzeramento dell’attuale cda credo abbia poco senso. E’ il cda il vero problema o forse serve a far trovare qualche posto al sole a qualche partito che non è rappresentato attualmente, continuando a fare facile strumentalizzazione?”.
“LA POLITICA SMETTA DI ESSERE IPOCRITA E STABILISCA UNA VOLTA PER TUTTE QUALE FUTURO IMMAGINA PER L’UNIVERSITA’ IN PROVINCIA DI RAGUSA”. IL CONSIGLIERE FILIPPO ANGELICA CHIEDE CHIAREZZA E PROPONE UNA PAUSA
- Gennaio 2, 2010
- 1:06 pm
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