MODICA. Il parricidio Moncada: chiuse le indagini

Sono stati una decina i colpi inflitti da Corrado Moncada, il quarantaseienne modicano che lo scorso mese di agosto ha ucciso il padre Emanuele, di 73 anni. Il consulente tecnico d’ufficio ha depositato gli esiti dell’autopsia secondo il quale furono, in particolare, colpi di paletto in ferro inflitti alla testa a provocare la morte. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Maurizio Rubino, ha, intanto, firmato gli atti di conclusione indagini per cui adesso si attende la fissazione dell’udienza preliminare.  Corrado Moncada ha, nel frattempo, nominato un nuovo difensore, affidandosi all’avv. Enrico Platania del Foro di Ragusa.

Dopo l’arresto, il parricida aveva ammesso i fatti. E’ accusato di omicidio  volontario.Secondo quanto aveva raccontato al magistato, Moncada avrebbe agito poiché “stressato” da una situazione familiare non certo idilliaca, unaconvivenza con il padre sempre tesa.  I colpi di paletto inflitti alla testa del genitore, quelli, dunque, mortali, sarebbero stati quattro Corrado Moncada si è sempre difeso sostenendo di essere stato provocato, offeso e colpito per prima dal padre dopo l’ennesima discussione poiché il pensionato (l’uomo era stato operatore ecologico del Comune di Modica) gli sottraeva soldi dai risparmi frutto del suo lavoro per spenderli per futili cose tra cui il gioco del “gratta e vinci”, sottolineando che il padre in famiglia, anche  quando la moglie era in vita, non si comportava bene con nessuno. La sera prima della tragedia la scoperta del nuovo ammacco ed il battibecco col padre. Questi avrebbe reagito offendendolo. La mattina successiva la discussione sarebbe ripresa sempre all’interno della casa di Via Egitto a Modica Alta e gli animi si sarebbero esasperati, quando “Neli” Moncada, avrebbe, secondo quanto ha raccontato il figlio detenuto, preso a provocare quest’ultimo e poi avrebbe impugnato un paletto di ferro colpendolo alla testa. Corrado Moncada, a questo punto, avrebbe perso il senno della  ragione, ed avrebbe imbracciato un secondo paletto che si trovava in casa, tentando di difendersi, prima, e di colpire il padre successivamente. Questi, resosi conto che il figlio, era letteralmente assalito dall’ira, avrebbe aperto la porta di casa per allontanarsi. Il congiunto, però, oramai senza controllo, lo avrebbe inseguito, raggiunto, pochi metri all’esterno dell’abitazione, e avrebbe cominciato a colpire.

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