La Camera Penale di Modica aderisce all’astensione dalle udienze del prossimo 11 gennaio. Ancora una volta i penalisti denunciano lo stato dei rapporti tra politica e magistratura che continuano ad essere oggetto di polemiche e scontri e che trovano la loro causa profonda nelle mancate riforme strutturali dell’ordinamento giudiziario e al tempo stesso, paradossalmente, allontanano sempre di più l’avvio di queste stesse riforme. “La mancanza, nelle forze in campo, di una reale volontà di creare anzitutto il clima politico e istituzionale necessario a un’azione riformatrice autentica – dice il presidente della Camera Penale, Salvatore Poidomani – non può non destare le più gravi preoccupazioni. C’è poi la questione della separazione delle carriere, misura indispensabile per dare razionalità ed efficienza all’amministrazione della giustizia, che, mentre raccoglie sempre maggiori sostegni da personalità di alta autorevolezza, sembra trovare la politica sempre più inconcludente o addirittura sorda”. Sono di ogni giorno le recriminazioni sul funzionamento del CSM, da sempre criticato in modo fermo dall’UCPI anche con la formulazione di precise riforme costituzionali (funzioni, competenze e composizione). “Tuttavia – aggiunge l’avvocato Poidomani – queste recriminazioni non si accompagnano a iniziative riformatrici. Tale inerzia ha ormai fatto scadere il tempo utile per le necessarie modifiche costituzionali. Nel luglio 2010 il CSM in carica scadrà e sarà rinnovato negli stessi identici termini, perpetuando le cause del suo funzionamento negativo. Una nuova legge elettorale, quale essa sia, non sarà in grado di rompere il sistema correntizio”. Uno dei punti focali della protesta è “il processo breve”, la cui discussione, pur tra illegittimità costituzionali e norme irrazionali e improduttive, è stata fissata dinanzi al Senato per la seduta del 12 gennaio 2010. “Questo, oltre alle negatività ripetutamente denunciate dall’Union Camere Penali Italiane – spiega Poidomani -, rappresenta un pesante fattore di ulteriore blocco del processo riformatore. Ben altra dovrebbe essere un’introduzione della prescrizione processuale che, con la determinazione di tempi certi del procedimento, a cominciare dalle indagini preliminari, realizzi effettivamente il diritto dell’imputato alla durata ragionevole delle vicende processuali, senza sacrificarne le garanzie. “Noi ribadiamo – conclude il presidente della Camera Penale di Modica – che il ddl sul “processo breve”, nella sua attuale concezione, è il frutto avvelenato della profonda anomalia dei rapporti fra politica e magistratura, inidoneo a risolvere il problema e foriero di ulteriori veleni”. Il progressivo aggravarsi dei vuoti d’organico, l’esercizio dell’azione penale abbandonato all’arbitrio delle Procure tra gli altri temi della protesta.
La Camera Penale di Modica aderisce all’astensione dalle udienze del prossimo 11 gennaio
- Gennaio 4, 2010
- 3:26 pm
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