Consiglio comunale di Modica. Domani Garofalo sarà rieletto presidente?

Si torna in aula domattina. La prima seduta del 2010 del consiglio comunale di Modica ha un solo punto all’ordine del giorno: elezione del presidente. Questo quanto ha deciso il vicepresidente, Salvador Avola, nel convocare, per le 10 di domani, i trenta eletti. Elezione o rielezione? Il dubbio sarà sciolto soltanto nel corso della seduta. Non è infatti scontato che, al termine dei lavori odierni, Paolo Garofalo torni ad occupare lo scranno più alto dell’aula consiliare. Il “colpo di scena” potrebbe infatti essere determinato dallo stesso Garofalo che, sebbene ricandidato da Mpa e Pd, ha detto di avere avviato una riflessione del tutto personale e poco legata ai fatti politici, circa l’opportunità della rielezione. Garofalo infatti sarebbe ancora profondamente ferito dalle accuse mosse dal consigliere Nino Gerratana
nel corso dell’oramai “nota” seduta del 28 dicembre scorso, ma anche dalla successiva posizione espressa dal gruppo consiliare del Pdl che, con un comunicato stampa nei primi giorni del nuovo anno, si è detta solidale alle posizioni di Gerratana. Dunque spetta a Paolo Garofalo la scelta. I numeri dovrebbe averli assicurati. Mpa e Pd, al gran completo, hanno assicurato il pieno appoggio nel corso di un vertice di maggioranza svoltosi nei giorni scorsi. Anche il capogruppo di Sinistra Democratica, Vito D’Antona, dovrebbe scrivere il nome “Paolo Garofalo”
sulla scheda elettorale, mentre non appare certo che lo stesso faccia il consigliere di Una nuova prospettiva, Nino Cerruto. Pare infatti che questi sia “risentito” nei confronti di Garofalo, per via della ferma condanna che dallo scranno presidenziale si alzò all’indirizzo del consigliere stesso, quando in aula si scatenò la bagarre in seguito
alle dichiarazioni di Cerruto rivolte al parlamentare nazionale Peppe Drago, nel corso del consiglio comunale aperto sulle società miste. Sedici dunque i voti “certi” su cui può contare Garofalo, ma la diciassettesima scheda riportante il suo nome potrebbe giungere anche da almeno uno dei consiglieri di opposizione. E proprio tra i gruppi
consiliari di opposizione, pare stia serpeggiando l’idea di una verifica di “lealtà”. Non tutti infatti sembrano essere consiglieri “fidati” e ligi ai doveri di partito. Ecco perché, sempre secondo i ben informati, qualche capogruppo potrebbe invitare i “propri” consiglieri ad autovotarsi. Qualora qualche nome non dovesse venire fuori dall’
urna, a quel punto sarebbero “dolori”. Politici s’intende!

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