L’INFORMAZIONE NELLA POLITICA, riflessione di Giombattista Ballarò

Grazie al fatto che l’Italia è una Repubblica democratica,oltre a tante altre libertà,godiamo anche della libertà di stampa. Ma nel nostro Paese l’informazione è davvero libera? Un lettore di quotidiani o un telespettatore sono realmente messi in condizione di leggere o ascoltare una notizia e formarsi un’opinione liberamente,senza cioè essere pilotati in una direzione o in un’altra a seconda della fonte che gli propina la notizia? Scelgo a caso alcuni programmi televisivi ed alcune testate che si occupano d’attualità ma soprattutto di politica: Ballarò, condotto da Giovanni Floris,palesemente di sinistra e tutte le sue inchieste risentono della sua appartenenza; Annozero, condotto da Michele Santoro,notoriamente di sinistra e tutti i temi che affronta nella sua trasmissione, seppure di grande
interesse,finiscono col provocare il legittimo dubbio che la verità trattata abbia potuto subire delle manipolazioni;
L’Unità, diretta da Concita De Gregorio, ottima penna ma non so quanto potrebbe essere contento Antonio Gramsci,fondatore della testata nel 1924 come giornale del PCI; Libero, diretto da Maurizio Belpietro, così ostinatamente di parte che non si arrende nemmeno alle condanne subite per diffamazione; Il Giornale, diretto da Vittorio Feltri,grande firma del giornalismo italiano ma spudoratamente prostrato a chi comanda; Tg1,diretto da Augusto Minzolini,malgrado al servizio della tv di Stato, apertamente schierato; Tg4, diretto da Emilio Fede per il quale ogni commento sarebbe inadeguato ad esprimere le caratteristiche del personaggio. Potrei andare avanti per un bel pò,citando decine di altri nomi noti e meno noti e la realtà che l’informazione è condizionata dalle appartenenze politiche, non cambierebbe d’una virgola. Io non credo che un professionista dell’informazione non debba avere il suo sentire politico, credo però che il giornalista, svolgendo una professione molto seria e delicata,considerato che il suo ruolo dovrebbe contribuire a formare e/o migliorare le coscienze politiche, dovrebbe, nell’espletamento del proprio ruolo, farlo trasparire il meno possibile. Di più:così gestita l’informazione, a me pare che sia violata la libertà di pensare del cittadino che viene bombardato da opposte “verità” ed entra in confusione, rinunciando ad un’analisi critica che dovrebbe scaturire autonomamente ed evolvere la sua formazione.
Si vuole continuare con questi metodi? Fossi giornalista, una riflessione la farei!

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