Tratta delle polacche. Modica, nuove trascrizioni nel processo

rubino-maurizioDue imprevisti in fase di chiusura del dibattimento nel cosiddetto processo per “la tratta delle polacche”. Il difensore del principale imputato, l’avv. Enrico Trantino, ha chiesto la trascrizione di ulteriori telefonate tra la Polonia e Modica che in precedenza erano state tralasciate. Dall’altra parte l’imputato, Marco Tumino, 48 anni,
modicano, è rimasto vittima di un incidente a Catania ed ha riportato la frattura della tibia ed un trauma cranico per cui non ha potuto presenziare. A questo punto il Collegio Penale del Tribunale di Modica (Giovanna Scibilia, presidente, Patricia Di Marco e Maurizio Rubino)ha nominato due consulenti tecnici d’ufficio che ieri mattina hanno
prestato giuramento. I giudici hanno concesso sessanta giorni di tempo stabilendo l’inizio delle operazioni peritali per il prossimo 13 febbraio che dovranno essere consegnate il 14 aprile. Tumino è imputato insieme al ragusano Marco Guerrieri, 43 anni, difeso dall’avv. Maria Platania del Foro di Ragusa, che, però, è deceduto qualche mese
fa. I due, nella fase preliminare, erano stati prosciolti dal Gup dall’associazione per delinquere e dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Furono entrambi arrestati dalla polizia nel mese di settembre del 2004, perché, secondo l’accusa, avrebbero fatto giungere clandestinamente in provincia di Ragusa le donne polacche per farle assumere come badanti presso famiglie di Modica o del capoluogo ibleo. Due polacche, Anita Baber e Barbara Novec, denunciate a piede libero, ritenute complici degli imputati, furono prosciolte dal Gup da tutti i capi d’imputazione. Tumino sostiene di avere sottoscritto con le lavoratrici un regolare contratto in doppia lingua, con il quale era assunto l’impegno di operare come badanti dietro compensi che andavano da 520 e fino oltre le 700 euro il mese. L’imputato avrebbe percepito una percentuale di 50 euro mensili. Nella precedente udienza è stato escusso proprio questi il quale ha spiegato i termini del suo lavoro. Prima era toccato anche al padre di Guerrieri il quale aveva escluso che il figlio collaborasse con Tumino. “Si conoscevano – ha detto l’uomo – poiché frequentavano la stessa palestra. So che Tumino si occupava di badanti e non mi risulta che mio figlio l’aiutasse. Forse una volta lo aveva accompagnato a Ragusa e mai aveva ricevuto soldi da Tumino giacchè non aveva necessità di denaro”. E’ stato anche escusso Michele La Rosa, investigatore privato che ebbe all’epoca un incarico. In un caso il marito di una polacca, aveva raccontato ai giudici di avere conosciuto la congiunta dopo averla incontrata piena di graffi e le raccontò che il Tumino l’avrebbe vessata e soprattutto violentata. Nel lungo dibattimento sono stati sentiti alcuni parenti di anziani che avevano beneficiato dell’apporto di badanti polacche “assegnate” da Tumino.

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