“Un altro tassello, di cui nessuno francamente sentiva la necessità, si è aggiunto alle nostre prese di posizioni, legittime e puntuali, in replica alle tesi esposte dalla signora Licciardi in conferenza stampa”. Inizia così la nota del segretario generale della Cgil Ragusa, Giovanni Avola, che si collega alle accuse lanciate da Romina Licciardi, sulle presunte attenzioni sessuali e sul mobbing nei suoi confronti attuate una decina di anni fa da un dirigente del sindacato. Avola, tra l’altro, risponde al suo predecessore Tommaso Fonte. “Non posso non sottrarmi a rispondere alle invettive, peraltro non nuove e non poco interessate, di Tommaso Fonte al quale vorrei solo dire alcune cose semplici e di facile comprensione – dice Avola. –
L’attuale segreteria, assieme a quella nazionale e regionale, nulla sapeva per quanto di nostra conoscenza su quanto denunciato dalla signora Licciardi; solo in queste ultime settimane il presunto tentativo di violenza carnale ci è stato reso noto.
Ciò detto non si comprende del come mai, nella qualità di segretario generale dell’organizzazione, Fonte, non abbia mai denunciato il presunto tentativo all’autorità giudiziaria come invece ha, prontamente, fatto questo segretario e questa segreteria confederale che ha troppo rispetto di questa organizzazione contrariamente a quanti l’hanno denigrata, osteggiata e sfruttata.
Non avere adempiuto a tale obbligo e aver tenuto per anni nel cassetto questo gravissimo e inaudito episodio, ove dovesse risultare vero, costituisce grave responsabilità non solo per quello che si è, ma soprattutto per quello che si rappresenta.
Ce ne d’avanzo per affermare che Fonte sì che doveva, a suo tempo, rimettere il mandato per manifesta incompetenza a guidare un sindacato come quello della CGIL e per incapacità a tutelare diritti elementari di una dipendente sindacale, non posta, a sentire Fonte, a poter operare con serenità all’interno dell’organizzazione proprio negli anni in cui, chi grida oggi allo scandalo chiedendo le mie dimissioni, ricopriva la carica di segretario generale della CGIL di Ragusa.
Doveva dimettersi chi per sette anni ha ricoperto la carica di massimo dirigente provinciale della CGIL e non ha saputo o voluto (?) eliminare, ove esistente, il clima di mobbing orizzontale e di persecuzione in danno della propria compagna e dipendente”.
La tentata violenza sessuale in danno di un’impiegata della Cgil di Ragusa. Nota del segretario generale Giovanni Avola
- Febbraio 7, 2010
- 7:47 pm
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