Una denuncia choc a distanza di dieci anni. L’ha fatta ieri mattina in conferenza stampa Romina Licciardi, dipendente della Cgil ed attuale presidente provinciale dell’Unione Donne Italiane. La Licciardi ha denunciato che nell’ottobre del 2000 è stata vittima di un tentativo di violenza sessuale da parte di un dirigente dell’organizzazione. Romina Licciardi, 33 anni, ha riferito ieri mattina alla presenza di alcune rappresentanti dell’Udi che le sono stati accanto per tutta la conferenza stampa in segno di solidarierà e vicinanza, di non avere mai denunciato l’accaduto per paura di ritorsioni sul lavoro, ma di avere subito informato, a suo tempo, due componenti della segreteria provinciale e altri esponenti di quella regionale.
Ora, è arrivata la denuncia pubblica «anche perchè – come ha detto la presunta vittima del tentativo di violenza sessuale – ha subito negli anni una sorta di persecuzione sul posto di lavoro». La presidente regionale dell’Udi, Giovanna Crivelli, presente ieri mattina alla conferenza stampa, ha annunciato che l’Unione Donne Italiane, si costituirà parte civile nell’eventuale processo. Romina Licciardi ha annunciato che presenterà nei prossimi giorni una denuncia all’autorità giudiziaria. È assistita dall’avvocato Carmelo Romeo del Foro di Catania.
Non ha fatto commenti Romina Licciardi sui fatti denunciati, ma ha solo detto: «Ho lavorato all’interno della Cgil per 14 anni per difendere i lavoratori ed ora mi ritrovo in questa situazione». I fatti sono complessi e Romina Licciardi (che è compagna dell’ex segretario provinciale Tommaso Fonte) ha denunciato che c’è un accanimento nei suoi confronti da parte della Cgil che addirittura il 30 dicembre scorso ha proposto un verbale di conciliazione dove sono state richieste le sue dimissioni. Anzi. «La stessa – c’è scritto – rinuncia in particolare ad ogni altra azione, anche soltanto potenziale, che possa riguardare i rapporti personali e lavorativi con l’organizzazione datoriale, propri incaricati, dirigenti, impiegati e dipendenti».
La vita lavorativa della Licciardi – ha raccontanto ieri l’interessata – nella Cgil inizia nell’ottobre del 1998 e fino al primo marzo del 2000 si esplica in nero. Poi, viene assunta a tempo indeterminato con contratto part-time, ma nella realtà full-time con livello di inquadramento E, ma svolgendo un livello inquadramento D. Dall’aprile del 2004 al 30 aprile del 2009 ho svolto le funzioni di consigliera di parità all’Ufficio provinciale del Lavoro anche se poi con un provvedimento regionale il suo rapporto di lavoro era stato prorogato fino ad oggi. Dalla Cgil era in aspettativa senza retribuzione. “Ma il primo settembre ho chiesto di rientrare. Però, ovviamente, non potevo stare perchè subivo comportamenti di mobbing orizzontale.
Dalla fine di settembre sono in malattia ed i certificati medici dichiarano che sono affetta da ”disturbo dell’adattamento, con associati sintomi ansiosi cronici”». Romina Licciardi racconta ancora che anche esponenti della Cgil regionale e nazionale conoscono la sua storia e si era concordato una sua nuova nomina come consigliere di parità. Il 30 dicembre arriva la richiesta delle sue dimissioni. «Il 23 dicembre – dice Romina Licciardi – ho riscontrato a Palermo che al posto mio era stata nomimata un’altra persona».