La crisi dell’agricoltura sta trascinando con se anche tutte quelle attività di servizio che negli anni si sono sviluppate e hanno creato occupazione. Ad affermarlo il responsabile organizzativo della Cna di Vittoria, Giorgio Stracquadanio. “Le segherie, i produttori di imballaggi in legno dove viene sistemata l’ortofrutta – dice – da mesi tirano a campare. Non c’è liquidità. Le cassette vengono consegnate ma non vengono pagate perché molte aziende agricole sono sull’orlo del fallimento, quello che incassano non basta a coprire le spese. Intanto la masonite, i carichi di legname, il fil di ferro, cioè le materie prime per realizzare gli imballaggi, aumentano di mese in mese e per averli bisogna pagarli anticipatamente. I titolari delle segherie sono solidali con i produttori ma della loro crisi non si parla. Molte stanno mandando gli operai a casa, gli ammortizzatori sociali valgono solo per le grandi industrie. Questo pezzo di territorio produttivo è seriamente in pericolo e, come un fiume senz’acqua, rischia la desertificazione economica. Le banche non sono più disposte a fare credito, i tributi e i contributi non possono essere più pagati, le cartelle esattoriali della Serit vengono notificate quasi giornalmente e l’impossibilità a pagare fa scattare i fermi amministrativi e le ipoteche. Di fronte a tutto questo la politica è assente, non vede e le istituzioni annunciano misure che non arrivano mai”. Stracquadanio parla anche delle segherie. “Sono in stato di agitazione – continua – vogliono far sentire la loro voce, non sono escluse azioni di protesta civile (non verranno consegnati imballaggi)”. La Cna chiede alle organizzazioni agricole di avviare urgentemente un tavolo sulla crisi della filiera ortofrutticola del Sud Est che abbia la capacità di guardare il settore nella sua interezza e soprattutto sia in grado di accendere i riflettori su un comparto che in questo territorio è maggioranza silenziosa e lavorativa.