Per molti decenni, all’interno della Chiesa, si è dovuto assistere impotenti al verificarsi di reati gravissimi rimasti impuniti o perchè l’alta gerarchia ne ha sempre smentito l’esistenza o perchè nella migliore delle ipotesi, ne è stata minimizzata la gravità. Alludo al turpe reato della pedofilia, male antico di cui questo Potere che dovrebbe rappresentare il bene per antonomasia, si è a lungo macchiato, cionondimeno va dato atto che con l’inizio del 2010, anche se nulla lo lasciava presagire, pare finalmente che il Pontefice voglia porre fine al più odioso dei reati, autorizzandone le procedure di condanna sia all’interno della Chiesa che attraverso la Giustizia ordinaria.
Penso che questo Papa meriti di diritto l’inserimento negli annali della storia, per aver mostrato la determinazione a voler punire crimini così odiosi commessi da Alti Prelati e creare le condizioni per ovviare all’impunità di futuri eventuali criminali, che sono delinquenti della peggiore specie, che per troppo tempo si sono fatti scudo dell’abito
indossato, indegni di portarlo ed altresì indegni degli onori ad essi tributati.
Il loro posto è in galera, dove avranno tempo e modo di riflettere sui loro atti inqualificabili che hanno devastato per sempre la vita di tante persone.
Quindi cambiare si può!
Cosa osta allora alla politica per invertire la vecchia tendenza all’autoprotezionismo, creato una volta con l’immunità. Più recentemente con il varo di leggi ad hoc che nei fatti li rendono immuni da qualunque provvedimento giudiziario.
L’argomentazione più diffusa che ci viene fornita da quegli ambienti, è che bisogna essere garantisti e quindi non bastano le indagini, le intercettazioni ambientali e telefoniche per stabilire la colpevolezza d’un componente la casta, ma ci vogliono i tre gradi di giudizio.
Come dire alla Magistratura che qualunque cosa riesca a dimostrare sulla base di indagini lunghe anni, vale meno di niente,fino a quando non sarà emesso il verdetto della Suprema Corte.
In altri termini,anche se un Parlamentare delinque,è legittimato a continuare ad occupare posti di prestigio e cariche
Istituzionali, nell’attesa che avvengano i tre gradi di giudizio,nelle more magari, si continua a farsi i propri comodi.
Addirittura accade che se qualcuno, per personale sensibilità, si dimette, vengono respinte le dimissioni. Non siamo forse alla delegittimazione della Giustizia?
Ormai, non è solo il cittadino di diversa ideologia rispetto a chi governa o le forze anzi le “debolezze “d’opposizione che denunciano l’insostenibilità d’un sistema politico-istituzionale degradato e corrotto, ma la Corte dei
Conti, massimo organo dello Stato con funzioni giurisdizionali e amministrative di controllo in materia di entrate e spesa pubblica e quindi di controllo del bilancio dello Stato, che dipinge un Paese governato da una politica sempre più corrotta,Istituzioni permeate dal malaffare, con conseguente spesa pubblica lievitata alle stelle ed ovvio danno per i cittadini contribuenti.
Siamo ancora in uno Stato di diritto?
No, queste sono lordure,cose indegne d’uno Stato democratico! Chi governa, cambi atteggiamento,perchè non è più tollerabile che in virtù del consenso elettorale, siano stravolte le fondamenta del diritto che deve valere per tutti,non è concepibile che la forza dei numeri, dia legittimità ai comitati d’affare che ruotano attorno alle Istituzioni e che sono conniventi con la politica.
LA CHIESA CAMBIA, LA POLITICA PERSEVERA. La riflessione di Giombattista Ballarò
- Febbraio 17, 2010
- 5:44 pm
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