Tribunale di Modica. Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’imputato respinge le accuse

L’imputato: “Mai avuto a che fare con il mio accusatore”. Il modicano Rosario Viola si è difeso strenuamente ieri
mattina davanti al giudice monocratico del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin, dall’accusa che gli viene
contestata in concorso con Lulzim Arizai,un albanese residente a Modica, difesi dagli avvocati Giovanni Favaccio
e Loredana Calabrese, che è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I suoi guai con la giustizia ebbero inizio nel 2005 quando entrambi furono accusati da un extracomunitario di averlo fatto lavorare alle loro dipendenze, nonostante non fosse in regola col permesso di soggiorno. Lo avrò visto – ha spiegato ieri l’imputato – qualche volta al bar che frequento abitualmente ma non so come si chiama e mai abbiamo avuto rapporti. Il mio nome lo
avrà sentito nello stesso bar”. In effetti nella precedente udienza, e a distanza di quattro anni, l’accusatore aveva ritrattato tutto. Si tratta di un albanese che sentito in aula a sua volta dal giudice per avere chiarezza circa le sue accuse, tra lo stupore generale, aveva sostenuto l’esatto contrario di quanto esposto nella sua denuncia, rischiando l’incriminazione per falsa testimonianza. L’accusatore aveva dichiarato nel corso di un controllo da parte degli agenti del Commissariato di Polizia che i due imprenditori lo avevano fatto regolarmente lavorare per quindici giorni a quaranta euro l’ora. A seguito di ciò l’uomo fu espulso ed i due denunciati alla magistratura. Indicato come teste, l’albanese è stato rintracciato e invitato a presentarsi in Tribunale a Modica. Nel corso della sua articolata
deposizione, all’incalzare delle domande del pubblico ministero e dei due difensori, il teste aveva ritrattato
tutto ciò che aveva denunciato nel 2005 sostenendo di avere dichiarato il falso. “L’ho detto – aveva
spiegato – ma loro non mi avevano mai fatto lavorare”. Il prossimo nove marzo il procedimento si dovrebbe
concludere con le richieste del pubblico ministero e le arringhe dei due difensori.

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