Calcio, serie D. Gli strascichi di Lamezia-Modica. Scontro Bonarrigo-Rigoli. Il giocatore: “Ha aizzato i suoi”. Il tecnico: “Mi assumo le mie responsabilità”

“Rigoli è un bugiardo”. Una frase che fa il quadro dei veleni post partita tra il Lamezia di Pino Rigoli ed il Modica di Pippo Romano, vinta dai primi di misura(1-0), uscita dalla bocca del capitano dei rossoblu, Carmelo Bonarrigo. La società rossoblu non l’ha presa bene questa trasferta, non tanto per il risultato che, alla fine può essere anche giusto, ma per il comportamento fuori e dentro il rettangolo di gioco. Aggressioni alla squadra ed alla dirigenza(il segretario Peppe Scarpata sarebbe stato colpito con un pugno al fianco), intimidazioni che, probabilmente, avranno potuto condizionare qualcuno dei
giovanissimi rossoblu. Ma veniamo all’espressione di Bonarrigo: da cosa è stata determinata. La dirigenza modicana sostiene che Rigoli avrebbe istigato i propri giocatori a colpire, in particolare, il numero dieci rossoblu, tanto da essere stato espulso perché udito da uno dei guardalinee. L’ex allenatore del Modica spiega e si assume, con tutta onestà, la responsabilità dei suoi atteggiamenti: “Mi assumo la responsabilità di essere caduto in queste provocazioni dicendo qualche parola di troppo nei confronti di Bonarrigo, ma mai mi sarei permesso di istigare i giocatori contro un altro. Non l’ho mai fatto. Ho avuto frasi di disappunto perché ad un certo punto Bonarrigo si è permesso di venire nei pressi della nostra panchina ed ha messo le mani in faccia ad un nostro giocatore, minacciandolo”. Dall’altra sponda, il capitano dei rossoblu, si esprime pesantemente. “Rigoli è un bugiardo – dice – perché le cose non sono andate così. Ho avuto un contrasto con un giocatore del Lamezia che era entrato duro nei miei confronti. Lui mi ha spinto, io ho appoggiato il gomito sul suo petto per fargli capire di stare calmo. A questo punto sono stato aggredito verbalmente da mister, il quale da quel momento ha iniziato a gridare ai propri giocatori di spaccarmi la faccia, di rompermi le gambe. In una di queste occasioni ha udito tutto il guardalinee che ha immediatamente informato l’arbitro il quale lo ha espulso. Tutto ciò mi ha amareggiato perché Pino Rigoli forse ha dimenticato che insieme abbiamo fatto delle buone cose, come quando abbiamo vinto il campionato di serie D proprio col Modica. Per il resto, le intimidazioni, le provocazioni, lasciano il tempo che trovano perché non sono un ragazzino e non mi lascio spaventare da queste cose”. La società rossoblu, dal canto suo, sottolinea che sin dall’arrivo allo stadio la squadra e la dirigenza ha subito pressioni. “Sono testimone – spiega l’allenatore in seconda, Franco Rappocciolo – dei fatti. Appena scesi dal pullman alcuni addetti alla sicurezza che indossavano casacche arancione, ci hanno minacciato con frasi inquietanti, ci hanno spintonato. Tra il primo ed il secondo tempo, nel sottopassaggio hanno colpito con un pugno il nostro segretario”.

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