Miti sfatati. Redditi Irpef 2008, i ragusani ultimi in Sicilia. Stando ai dati, si raschierebbe il fondo del barile

Chi crede ancora alla favoletta dell’isola nell’isola? Pochi, forse nessuno. Almeno dopo aver letto i dati del 22 febbraio pubblicati su “Il sole 24 ore”. L’autorevole quotidiano economico dà alle stampe una classifica sui redditi Irpef registrati nel 2008. Sorpresa delle sorprese, la dinamicissima area iblea, il territorio in cui tutti gli altri isolani vorrebbero andare a vivere, la meta da sogno, si classifica all’ultima posizione. Addirittura sestultima in Italia. Insomma, altro che zona prestigiosa. Qui, stando ai dati, si raschierebbe il fondo del barile. La geografia dei guadagni non lascia adito a dubbi. Il reddito medio dichiarato dai ragusani è di 15mila euro. La provincia di Ragusa risulta essere collocata al 114mo posto tra i 119 capoluoghi italiani. A Milano si dichiara esattamente il doppio, ben 30mila euro di reddito annuo, mentre Palermo guida la classifica regionale con poco meno di 19mila euro di reddito dichiarato annuo. Al secondo posto in Sicilia Messina, 18mila euro e mezzo, seguita da Agrigento, poco meno di 18mila euro. Poi ci sono Siracusa, Enna, Catania, Caltanissetta e Trapani, realtà territoriale che precede di poco Ragusa. Strano, però, che proprio nell’area iblea, al pari di quella trapanese, ci siano tantissimi sportelli bancari. E che il tenore di vita risulta essere decisamente superiore a quanto effettivamente dichiarato. Qualcosa, dunque, non quadra. Parlare di evasione fiscale potrebbe essere la via per garantire la quadratura del cerchio. In tale contesto si inserisce anche, come denunciato nei giorni scorsi dalla Uil, la piaga del lavoro nero che, nel 2009, ha fatto registrare numeri da capogiro per la sola area iblea. E, allora, che cosa succede? Perché la dinamicissima area iblea risulta con le pezze sui pantaloni mentre tutti affermano il contrario? Il dato val la pena di essere letto nella pienezza delle sue contraddizioni. Mentre la Guardia di Finanza si frega le mani, perché qualcosa, i vertici delle Fiamme gialle, avevano già compreso. E da tempo mettono a segno operazioni su operazioni proprio nella direzione dell’evasione fiscale.