Qual è la situazione che ha trovato sul territorio di Modica al momento dell’insediamento come Procuratore capo?
“La situazione è complessa e delicata. A fronte di un notevole carico di lavoro, che riguarda un territorio vasto, quello dei Comuni di Modica, Scicli, Pozzallo ed Ispica, e che è gestito dagli otto giudici del Tribunale, l’organico dei magistrati della Procura è incompleto, con un solo sostituto presente dei due – comunque pochi – che compongono l’organico; ed è molto ridotto anche il personale amministrativo, in quanto dei quattro funzionari previsti, ce n’é in servizio soltanto uno, il quale andrà in pensione il prossimo luglio.
“A quel punto, se non vi si porrà rimedio, vi sarà una situazione paradossale, poiché non ci sarà più nessuno che potrà ricevere gli atti, od attestare il deposito di una querela, di una denuncia, o che possa assistere il magistrato nelle attività più delicate. In questo momento ci avvaliamo della supplenza di personale della Polizia giudiziaria, e dunque “in prestito”, che non ha – per legge – la veste giuridica per svolgere certi atti, di competenza della figura del cancelliere. Ci avvaliamo, pure, dell’ausilio di personale del Comune di Modica. Ma questo crea ulteriori problemi. Si pensi all’ipotesi di indagini nei confronti di amministratori o funzionari del Comune di Modica: a quel punto si realizzerebbe un’inevitabile commistione, fonte di questioni spinose ed imbarazzanti, per quanto il personale possa essere di fiducia.
“Dunque, il quadro è questo: il posto di dirigente è stato totalmente soppresso, un posto di cancelliere – di fascia superiore – è vacante, mentre nella fascia inferiore uno è vacante e l’altro a luglio andrà in pensione”.
Qual è, dunque, il numero di procedimenti seguito dalla sua Procura?
“In questo momento i procedimenti pendenti contro imputati noti sono oltre millecinquecento, per complessivi duemila indagati. La speranza è che venga al più presto assegnato un sostituto procuratore alla nostra Procura”.
Ci sono allora delle inadeguatezze sul piano dell’organico che complicano la gestione delle attività della Procura. Ce ne parli.
“La presenza in servizio del numero adeguato di magistrati è la prima e più importante garanzia di legalità e di tempestività nell’agire degli uffici giudiziari. Questa presenza, unita alla qualificazione professionale delle Procure, è stata finora il baluardo che ha consentito l’attività di controllo della legalità sul territorio: io dico sempre che se funziona il Palazzo di Giustizia, tutti gli altri uffici funzionano. In quest’ ottica lo svuotamento delle Procure suscita grandi preoccupazioni, perché prepara il terreno per la separazione delle carriere e per l’ingresso e il reclutamento straordinario dei magistrati, con i rischi conseguenti all’ingresso tra i ranghi del pubblico ministero di personale sfornito delle necessarie garanzie d’imparzialità, indipendenza e preparazione, in quanto non vincitore di un concorso severo ed impegnativo, ma diversamente selezionato”.
Quali sono i crimini più diffusi sul territorio monitorato dalla Procura di Modica?
“Non ritengo che ci siano delle presenze significative di criminalità organizzata aggressiva nella zona di Modica ed Ispica, che definirei, sotto questo profilo, piuttosto tranquilla. Maggiori criticità sono invece presenti nella zona di Scicli, per ciò che riguarda il traffico di droga, ed in quella di Pozzallo, dove è sempre presente il problema degli sbarchi di cittadini extracomunitari. Esistono poi diffusi fenomeni di microcriminalità, che si manifestano con furti e reati ambientali, dovuti questi ultimi ad una disattenzione – almeno in passato – da parte delle amministrazioni locali nei confronti delle discariche abusive e della tutela dell’ambiente; adesso si riscontra una sensibilità maggiore verso queste problematiche, ma c’è ancora molto da lavorare”.
Dunque quali sono, secondo la sua opinione, gli ambiti che impegnano maggiormente la Procura della Repubblica di Modica?
“Sicuramente l’attività maggiore si concentra intorno ai reati di truffa e di finanziamento illecito, legati al fatto che la zona ha una forte vocazione imprenditoriale. Costantemente tenuto sotto controllo è poi il traffico di droga, prevalentemente cocaina, anche se, tutto sommato, possiamo ancora definirlo un “fenomeno contenuto”, grazie all’attenzione delle forze dell’ordine e ad un tessuto sociale fondamentalmente ancora sano”.
Istituire una sala d’intercettazioni in Procura e monitoraggio del fenomeno randagismo
A che punto è il processo di informatizzazione della Procura?
“Stiamo cercando di ovviare ad una carenza: l’assenza in Procura di una sala intercettazioni. In questi giorni sto stipulando un accordo con una società di intercettazioni, poiché fino adesso abbiamo dovuto appoggiarci alla sala di Ragusa. Purtroppo però, la carenza di organico a cui abbiamo già fatto cenno, penalizza l’attività anche da questo punto di vista. Facciamo un esempio. Il Ministero stava predisponendo il collegamento ad una rete riservata per l’invio di messaggi cifrati di particolare segretezza, chiamata “Rete ponente”. A causa della mancanza del necessario personale amministrativo, la nostra Procura non è stata in grado di poter effettuare questo collegamento con lo Stato e continueremo ad appoggiarci alla Prefettura”.
Quale altro fenomeno è sottoposto all’attenzione della Procura di Modica al momento?
“Un altro fenomeno che ha destato grande allarme sociale – anche per le tragiche vicende del marzo scorso, con la morte di un bambino ed il grave ferimento di altre persone da parte di branchi di cani aggressivi – è il fenomeno del randagismo: anche questo è un aspetto da noi monitorato. Le leggi nazionali, regionali e locali prevedono un iter di immatricolazione, impianto microchip e sterilizzazione degli animali a carico dei Comuni. Poi, nel caso in cui questi animali non vengano accuditi secondo certe modalità dalle persone che li ospitano, la legge prevede la confisca amministrativa e il conferimento a strutture convenzionate”.