L’assurdo. Il fisco ne trova un’altra: la tassa sulla radio accesa. La Cna invita gli associati a non pagare

Ci mancava solo la tassa sulla radio accesa. I solerti funzionari delle Entrate hanno rispolverato una legge del 1941. La mannaia del fisco, stavolta, si abbatte su parrucchieri, acconciatori ed estetisti. Categorie che, spesso e volentieri, danno “una sforbiciata” non solo ai capelli, ma anche alle ricevute che rilasciano ai clienti. Il fisco sembra, però, aver trovato un nuovo canale nella diffusione della musica in queste sale e ha messo in movimento la Società consortile fonografica.
I parrucchieri si sono rivolti alla Cna che ha esaminato la questione, scoprendo che la legge del 1941 non può essere applicata, perché «non è stato mai emanato – afferma Antonella Caldarera – il regolamento di attuazione che doveva stabilire l’entità dei compensi dovuti».
La Cna invita, pertanto, tutti gli artigiani che hanno ricevuto o che riceveranno la richiesta di pagamento a non procedere e a informare gli uffici della confederazione.

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