La vicenda Videomediterraneo. La difesa: “C’è la buonafede”. Dipendenti preoccupati

La difesa

Punta anche sulla “buona fede”, oltre che sulla insussistenza del fatto contestato, la difesa dell’Editore Carmelo Carpentieri, affidata all’avvocato Enzo Galazzo, nell’ambito dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza su delega della Procura di Modica che, avendo determinato il blocco dei finanziamenti pubblici, sta di fatto mettendo in ginocchio il Gruppo Video Mediterraneo. La contestazione, che si basa sull’obbligo della “separazione contabile” che a dire della GdF l’azienda avrebbe dovuto effettuare tra le emittenti Video Mediterraneo, Tele Tre e Mediterraneo Sat, non tiene conto del fatto che i bilanci, così come l’azienda li ha elaborati, sono passati per diversi anni dall’approvazione del Comitato Regionale per le Comunicazioni e del Ministero. “Anche a voler ammettere che si sia incorsi in errore – si sostiene dalla difesa – sarà certamente tenuto in conto il fatto che l’azienda ha sempre esplicitato ufficialmente che essa non effettuava la separazione contabile chiarendone le ragioni”. “D’altra parte – prosegue – Teletre e Mediterraneo Sat sono solo strutture aziendali, che utilizzano nei propri palinsesti gli stessi contenuti della rete principale, prodotti dagli stessi dipendenti”. In effetti, in occasione della pubblicazione dei bandi, Video Mediterraneo ha prodotto la solita documentazione e in ogni occasione il CO.RE.COM. l’ha esaminata senza sollevare obiezioni inserendo l’emittente in graduatoria. Il Ministero dell’Economia allo stesso modo ha erogato i contributi. A riprova della buona fede dell’azienda –conclude Galazzo- se avesse presentato bilanci separati, avrebbe complessivamente ottenuto contributi maggiori”.

I dipendenti preoocupati

La preoccupazione maggiore, naturalmente, adesso è tra i dipendenti che, trovandosi da sei mesi in cassa integrazione, ma senza lo stipendio che dovrebbe essere loro erogato dall’azienda per i quindici giorni al mese nei quali lavorano regolarmente, avrebbero sperato di approdare finalmente ad una soluzione positiva. “Dall’estate ad oggi –spiegano alcuni di loro- abbiamo aspettato che la situazione potesse definirsi da un momento all’altro, abbiamo aspettato la fine delle ferie, poi siamo arrivati al Natale, adesso a questo punto passeremo anche la Pasqua in mezzo a mille difficoltà”. Nonostante la difficilissima situazione economica di ognuno di loro, però, non intendono almeno per il momento realizzare azioni di protesta. Almeno, così la pensano alcuni di loro: “Finora –dicono- siamo stati solidali con l’Editore, comprensivi rispetto alle sue ragioni, convinti che stesse facendo e che sta facendo il massimo che può fare per salvare i posti di lavoro di tutti i dipendenti. Allo stesso modo siamo stati fiduciosi rispetto al fatto che l’azienda fosse nel giusto. Per questo, seppur tra le difficoltà che si possono facilmente immaginare, finora abbiamo garantito l’informazione quotidiana e tutto il resto delle produzioni dell’emittente, con sforzi sproporzionati. E soprattutto, com’è noto a tutti, non abbiamo fatto nemmeno un giorno di sciopero”.

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